Crisi del settore, 569 lavoratori di “GardaCartiere” e “Fedrigoni” in cassa integrazione

Nicola Filippi13/09/20242min
20190629IMG_7617 RIVA CARTIERA DEL GARDA



 

La congiuntura del settore cartario italiano, come si evince dalla recente analisi di Assocarta, è arrivata (purtroppo) anche sulle sponde del lago di Garda e in Trentino. La persistente debolezza della domanda di carta e cartone resta alla base della riduzione dei volumi prodotti. “Cartiere del Garda” e “Fedrigoni” ora si trovano costrette a ricorrere alla cassa integrazione che coinvolgerà 569 lavoratori. A pesare sull’andamento negativo, la crisi economica che attanaglia la Germania, come altri paesi europei e la situazione politica complicata in Francia. Inoltre i più grossi produttori di cellulosa hanno annunciato un imminente ritocco, al ribasso, dei prezzi della materia prima, provocando il blocco delle prenotazioni di materia prima. Nell’accordo sottoscritto con le Rsu delle due aziende cartaie la richiesta di cassa integrazione ordinaria prevede un massimo di 13 settimane con sospensione a zero ore e/o riduzione di orario di lavoro. Alla “Fedrigoni” di Varone la Cigo è partita da domenica scorsa e durerà fino al 31 dicembre, per 171 lavoratori tra quadri, impiegati e operai. Venerdì 13 è in calendario una riunione con le sigle sindacali per un’analisi della situazione. Dal 16 fino al 22 settembre, prima settimana di cassa per i dipendenti di «Cartiere del Garda», 398 quelli interessati di cui 92 impiegati.
Il segretario provinciale Ugl, Leonardo Iania, parlando con la stampa locale, ha illustrato il quadro della situazione, molto incerta. Il settore infatti è interessato da una trasformazione delicata e complessa. Come anche il settore metalmeccanico. Il ricorso alla cassa integrazione è un indicatore allarmante della congiuntura economica attuale che colpisce anche azienda forti come”Fedrigoni” e “Cartiere del Garda”. A creare ulteriori preoccupazioni, spiega sempre il segretario Iania, è anche la perdita di professionalità e competenze. I lavori infatti, di fronte a questi scenario, preferiscono abbandonare il settore e cercare lidi più sicuri, in altre realtà.

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