Grandi carnivori, confronto fra Trentino e Parigi sulla gestione

Redazione24/06/20243min
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La sede del Parco naturale Adamello Brenta ha accolto una delegazione dell’OFB, l’Ufficio francese per la biodiversità, con le funzioni di “Agenzia nazionale per l’ambiente”. Una visita conoscitiva, finalizzata alla raccolta delle buone pratiche di gestione dei grandi carnivori. La delegazione è stata accolta dal presidente e dal direttore del Parco, Walter Ferrazza e Matteo Viviani, accompagnati dai rappresentanti degli uffici tecnici interni alla struttura e provinciali. L’assessore provinciale alle foreste e grandi carnivori, Roberto Failoni ha rimarcato il valore del confronto con altre realtà europee su un tema così importante, anche con l’obiettivo di aprire un dialogo con Bruxelles.

L’Ufficio francese per la biodiversità (OFB) funge da capofila della rete dei Parchi nazionali locali attraverso il coordinamento delle strategie scientifiche, l’elaborazione di protocolli per il monitoraggio delle specie e degli ambienti naturali, la raccolta dei dati e la valorizzazione delle competenze del personale.

Il presidente Ferrazza ha ringraziato gli ospiti per l’importanza di un confronto “europeo” su temi così importanti, presentando il Parco come una realtà “abitata”, con un milione di visitatori ogni anno:
“Questo è un aspetto che cambia completamente le dinamiche e i rapporti di coesistenza tra uomo e fauna del Parco stesso” ha sottolineato il presidente Ferrazza, che ha quindi illustrato il progetto Life Ursus (concluso nel 2004) partendo dal senso per cui era stato concepito, ovvero la difesa della biodiversità in un’area fortemente antropizzata. “L’uomo non può e non deve decidere quale tassello della biodiversità vada eliminato – ha affermato il presidente Ferrazza, – soprattutto perché non abbiamo gli strumenti per capire quale sia il tassello a cui possiamo rinunciare. Oggi ci troviamo, dopo vent’anni, a gestire una situazione dove è stata persa l’occasione di coordinare al meglio il rapporto di coesistenza”.
“Oggi siamo chiamati a scrivere nuove regole, a prenderci nuove responsabilità nei confronti di chi vive e di chi ospitiamo – ha detto il presidente Ferrazza – Le risposte devono arrivare in tempi brevi, come l’idea di riesumare un progetto del 2011 che prendeva la volontà di intervenire con un limite di soglia sociale massima di orsi sul territorio”.

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