Soccorse sul Garda due barche in avaria avvolte dalla nebbia

Redazione14/01/20242min
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Nella serata di sabato 13 gennaio due diportisti italiani sono usciti per un giro in notturna dal porto di Lazise con la propria barca, ma hanno avuto un problema al motore e sono rimasti alla deriva.
Hanno lanciato un razzo rosso a paracadute, che però non è stato notato da nessuno a causa della fitta nebbia che era sopraggiunta. Inoltre un loro amico, contattato per raggiungerli con un secondo natante, si è dovuto fermare a circa 1 miglio dalla costa per mancanza di visibilità. I due hanno quindi richiesto soccorso al numero 1530, attivo sul lago di Garda H-24, al quale ha risposto la sala operativa della Guardia Costiera di Salò. Immediato l’impiego dell’unità di soccorso GCA58 che dirigeva verso le unità in difficoltà utilizzando il radar e la cartografia elettronica.
Raggiunto il primo diportista alla deriva l’Equipaggio della Guardia Costiera lo affiancava e lo instradava verso la seconda unità da diporto. Raggiunta quest’ultima, che aveva il motore in avaria, veniva presa a rimorchio e trasferita nel sorgitore più vicino di Pacengo di Lazise, ove entrambe le barche venivano assicurate all’ormeggio. Alle attività di ricerca ha partecipato anche un’unità dei Vigili del Fuoco di Bardolino. Le operazioni di assistenza e soccorso, terminate verso le ore 22, sono state condotte con non poche difficoltà per la scarsissima visibilità presente in zona (meno di 5 metri) e la temperatura atmosferica percepita di zero gradi.
La Guardia Costiera del Lago di Garda rilancia il messaggio ai diportisti e ai fruitori del lago di non intraprendere navigazioni o attività soprattutto con condizioni meteo non favorevoli o di scarsa visibilità, che pregiudicano la sicurezza della navigazione e dei diportisti stessi, come in questo caso. In caso di emergenza è fondamentale contattare subito il 1530, ovvero il 112 NUE, senza richiedere a terzi assistenza, come avvenuto in questo caso, ove l’amico dei diportisti si è trovato anch’egli in difficoltà, rendendo, quindi, doppia l’attività di soccorso.

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