Auto-trapianto di cellule staminali possibile anche a Trento
È stata presentata a Trento la nuova attività di trapianto autologo con cellule staminali per i pazienti affetti da patologie del sangue.
«È un orgoglio oggi condividere questo importante traguardo per la sanità trentina – ha sottolineato l’assessore alla salute Stefania Segnana – Garantire la possibilità di sottoporsi a trapianto di midollo autologo presso il nostro ospedale di Trento a pazienti trentini, affetti da patologie oncoematologiche, rappresenta la miglior risposta a quanti affrontano il difficile cammino della malattia e della cura».
Si tratta di un nuovo percorso di cura che offre la possibilità ai pazienti trentini di essere assistiti vicino a casa evitando spostamenti fuori provincia che a regime prevede la presa in carico di una quarantina di pazienti all’anno. Una nuova possibilità a cui si è arrivati dopo un lungo percorso di accreditamento della nostra struttura di ematologia da parte di organismi nazionali e internazionali.
L’auto-trapianto di midollo, ossia il trapianto di cellule staminali emopoietiche, è un trattamento consolidato attuato da molti anni nei reparti di ematologia come terapia indicata nei pazienti giovani affetti da mieloma multiplo e come terapia di salvataggio nei pazienti affetti da linfoma di Hodgkin o linfomi non Hodgkin. Il trapianto autologo è il momento finale di un percorso che dura alcuni mesi e che prevede vari cicli di chemio-immunoterapia, con l’obiettivo di ridurre al massimo la quantità di malattia. Con uno di questi cicli di terapia si vanno anche a raccogliere le cellule staminali dello stesso paziente che vengono congelate con un’apposita sostanza criopreservante fino al momento in cui sarà prevista la reinfusione. Le cellule così congelate e conservate possono sopravvivere diversi anni.
Il percorso si conclude con la procedura di auto-trapianto che consiste nella somministrazione di una chemioterapia ad alto dosaggio seguita dalla reinfusione delle proprie cellule staminali emopoietiche precedentemente raccolte. Queste consentono di ripopolare il midollo osseo riducendo quel periodo più delicato per il paziente, di abbassamento del valore dei globuli bianchi, delle piastrine e dei globuli rossi, e pertanto i potenziali rischi di infezione ed emorragia connesse con la procedura.