Il ministro Zangrillo in Trentino: “La Provincia Autonoma funziona bene”
“In Trentino esiste una pubblica amministrazione che lavora bene. Certamente la pubblica amministrazione ha bisogno di innovarsi, di accelerare in particolare sulla digitalizzazione e di uscire da una narrazione collettiva che la dipinge come una macchina pesante e inefficiente per tornare ad essere attrattiva, anche agli occhi dei più giovani. Su questi fronti dobbiamo lavorare, ponendo al centro il capitale umano, la formazione e la valorizzazione delle persone, attivando sistemi di valutazione e riconoscimento dei meriti”. Così il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, intervenuto a Trento in occasione della tappa trentina di “Facciamo semplice l’Italia. PArola ai territori”, percorso promosso dal Ministero per la Pubblica amministrazione e dal Dipartimento della funzione pubblica per raccogliere indicazioni e proposte delle istituzioni e degli stakeholder attivi nelle amministrazioni locali. “Con il ministro sono in corso delle interlocuzioni su alcune questioni, in particolare le norme di attuazione nell’ambito della contrattazione pubblica – ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti – La volontà di ascolto dei territori è un segnale di attenzione importante che accogliamo con grande piacere”.
Dopo un breve incontro presso la presidenza, il Ministro ha preso parte alla giornata di confronto e approfondimento “Facciamo semplice l’Italia. PArola ai territori”, alla quale hanno partecipato anche il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, e la Prorettrice dell’Università degli studi di Trento, Paola Iamiceli.
Tanti i punti toccati dal ministro nel suo intervento, dalla semplificazione delle procedure all’innovazione della macchina amministrativa, dalla digitalizzazione agli investimenti sul capitale umano per rendere attrattivo l’impiego pubblico.
Il ministro ha sottolineato poi la necessità di accelerare il processo di digitalizzazione nel nostro Paese, ricordando come “nella fascia di popolazione compresa tra i 17 e i 70 anni il nostro Paese ha un livello di digitalizzazione di base di circa il 40%, contro il 60% della media europea. Si tratta di un tema complesso, perché è soprattutto un processo di cambiamento che coinvolge le persone, prima ancora che le piattaforme o i sistemi che si utilizzano”