Il pesce siluro infesta il Garda, gli autoctoni stanno scomparendo

Claudio Chiarani12/05/20233min
Silurus-glanis-Pesce-siluro-in-acqua

 

Non c’è più il lago di Garda di una volta. Un luogo comune? Un modo di dire? Niente affatto, e se a dirlo è un ittiologo come Ivano Confortini della Regione Veneto, ossia una persona che si dedica alla salute dei pesci, insomma una specie di “medico” della fauna marina allora c’è di che preoccuparsi. Già, perché se il livello del più grande bacino d’acqua dolce italiano si abbassa, il fondale si alza a causa degli accumuli di detriti e le specie che vi proliferano cambiano come cambia la temperatura, ripetiamo che c’è di che preoccuparsi veramente. Quaranta sono le specie di pesci che lo popolano, ma sono notizie abbastanza recenti dell’invasione dei pesci siluro ma non solo, perché altre specie “aliene” che vi sono state immesse hanno trovato di che riprodursi minacciando, invece, le specie autoctone che lo hanno sempre popolato. Ma la presenza del siluro è il vero problema, un pesce che può pesare fino a sessanta chilogrammi e che fa “piazza pulita” di tutto ciò che può mangiare. Se era il 1985 quando furono avvistati i primi esemplari, oggi a quasi quarant’anni di distanza gli equilibri del Garda sono cambiati. E sono destinati a cambiare ancora se non si farà qualcosa. Per questo l’ittiologo sta predisponendo misure efficaci volte alla tutela delle specie autoctone, i periodi di fecondazione e riproduzione, l’habitat dove normalmente avveniva la deposizione delle uova e successiva fecondazione. Un esempio nel Garda trentino è la riserva della Val di Gola, ma è poco rispetto a ciò che servirebbe davvero. Specie come l’alborella e il carpione, ad esempio, soffrono da anni di questo, ma vi si può aggiungere anche l’agone, ossia l’amata sarda di lago che scarseggia sempre più. E proseguendo Confortini cita il vairone, la sanguinerola, lo scazzone e il salmerino alpino, quattro specie ormai quasi impossibili da trovare nel Garda. Mercato deregolamentato, “invasione” antropica sulle spiagge e sulle sponde, pescatori che fanno quello che vogliono senza regole sono le altre cause cui mettere rimedio. Perché se non è già tardi lo sarà presto. Molto presto.

La Busa Vorremmo mostrarti le notifiche per restare aggiornato sulle ultime notizie.
Rifiuta
Consenti notifiche