Il cambiamento climatico al centro dell’attenzione della Cabina di regia delle Aree protette

Redazione06/04/20233min
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Si è parlato di cambiamento climatico in relazione alle modifiche nella disponibilità di acqua e del suo impatto sugli ecosistemi ieri nel corso della riunione della Cabina di regia delle aree protette e dei ghiacciai, organismo che promuove e indirizza le azioni di conservazione della natura e di sviluppo delle aree protette provinciali presieduto dall’assessore provinciale all’ambiente Mario Tonina. Il tema è all’ordine del giorno, e i suoi effetti sono oggi immediatamente evidenti dentro e fuori le aree protette, pensiamo già solo alla prolungata siccità che stiamo vivendo e ai suoi effetti sulle risorse idriche e sugli ecosistemi.
Fondamentale diventa mettere a punto o consolidare le opportune strategie di adattamento, di cui ha parlato Roberto Barbiero di Appa sulla base del documento prodotto proprio da Appa nei mesi scorsi dal titolo “I cambiamenti climatici in Trentino. Osservazioni, scenari futuri e impatti”. Serenella Saibanti di Aprie ha presentato gli elementi generali di valutazione degli impatti sulla risorsa idrica e ha tracciato un quadro del lavoro svolto sui bilanci idrici, con riferimento a quanto previsto dal Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche. Angiola Turella dirigente del Servizio sviluppo sostenibile e aree protette della Provincia, e Marcello Scutari, direttore dell’Ufficio biodiversità e Rete natura 2000, hanno affrontato il tema dell’impatto della crisi climatica sulle aree protette in relazione sia alle problematiche riguardanti la loro conservazione sia a quelle concernenti la fruizione, con riferimento a due “casi studio” particolarmente significativi, quelli del lago d’Idro e del lago di Tovel.

Sono due le evidenze emerse all’interno del Tavolo. La prima riguarda una gestione oculata delle risorse, l’acqua, il suolo e quant’altro, orientata al risparmio e quindi al contenimento dei consumi ma anche al riutilizzo della risorsa stessa, alla lotta agli sprechi (determinante sul versante idrico, dove la diffusione delle buone prassi “domestiche” si deve accompagnare ad un’attenta gestione delle reti di distribuzione, in modo tale da evitare quanto più possibile perdite e e dispersioni).
Sul versante delle aree protette, è più che mai necessario adottare comportamenti virtuosi ed ecosostenibili, che possano essere incentivo anche per sempre più importanti nuove forme di turismo sostenibile, come promosso anche nell’ambito della Carta europea del turismo sostenibile a cui aderiscono il Parco nazionale dello Stelvio e i parchi naturali provinciali. Nella discussione si è parlato di quello che sta avvenendo a Tovel, dove, pur nella consapevolezza che il lago sperimenta ogni anno escursioni periodiche anche nell’ordine di alcuni metri, è sicuramente significativo l’ulteriore abbassamento del livello delle acque a cui stiamo assistendo soprattutto nella parte occidentale dell’invaso.

 


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