La poetica dialettale del ledrense Luciano Daldoss
Dopo una brutta caduta in palestra di roccia al Pizzacol in val di Concei, dove stava arrampicando, e costretto a lungo a stare inoperoso in casa, è folgorato dalla scrittura epistolare e dalla composizione poetica dialettale. È il 1989. Da quell’anno Luciano Daldoss, ledrense di Lenzumo, inizia un percorso letterario molto intenso e coinvolgente, che lo porta ad essere ricercato dagli appassionati della parlata locale e da non pochi compositori che armonizzano molte delle sue poesie per diversi cori non solo altogardesani.
Questa sua interessante storia di poeta dialettale è stata al centro dell’incontro alla libreria “Cazzaniga” di Arco, organizzato dall’associazione “Giacomo Floriani” martedì 7 febbraio per la rassegna “En dialèt al més”.
Luciano Daldoss ha letto per il numeroso pubblico presente diverse poesie (in particolare “La me baita”, “Tasi e scolta”, “Sortìve”, “Nane fagòt”), che mettono in luce il suo grande amore per le montagne, per la natura in genere, ma anche per la storia passata, fatta di sacrifici, di fatiche, di privazioni, che oggi sembrano patrimonio di tempi lontanissimi. L’amore per i suoi familiari, principalmente per il papà pastore scomparso prematuramente, è stato al centro della conversazione che ha saputo ben condurre assieme ad Alessandro Parisi, il quale ha voluto inserire qua e là anche alcuni versi di Giacomo Floriani, poeta questo sempre all’attenzione dell’Associazione arcense.
Gli interventi delle persone presenti sono stati tutti di plauso per la produzione poetica di Daldoss e di grande condivisione con le tematiche e le emozioni scaturite grazie alla lettura particolarmente espressiva dell’autore ledrense.
Questi i prossimi incontri, tutti alle 17 e 30:
7 marzo: Luisa Gretter Adamoli
4 aprile: Sergio Abram
9 maggio: Antonia Dalpiaz
6 giugno: Gilberto Galvagni