Piscina di Arco, portate 220 firme in Provincia
La piscina olimpionica scoperta a Prabi di Arco, la più grande del Trentino con le sue 10 corsie per 50 metri, non c’è più. A 50 anni dalla sua lungimirante realizzazione, dopo aver accolto e fatto nuotare generazioni di altogardesani, è stata eliminata in funzione di una completa rivisitazione dell’intera infrastruttura gestita dall’azienda municipalizzata del Comune. Il disvalore di questa scelta, che priva il territorio di un impianto sportivo fondamentale, è al centro della battaglia che un comitato spontaneo sta portando avanti da tempo e che oggi è stata formalizzata anche in Consiglio provinciale, con il deposito di una petizione.
Gabriella Poma, Andrea Suman e Jacqueline Calacoci hanno consegnato 220 firme al presidente Walter Kaswalder, spiegando che si tratta della terza raccolta firme e dell’ennesimo tentativo di convincere l’amministrazione comunale arcense a cambiare almeno parzialmente rotta. A Prabi, in realtà, sono già cominciati i lavori che con 7 milioni e mezzo di spesa condurranno ad attivare un polo ludico-ricreativo con piccole vasche, sacrificando le istanze sportive e agonistiche e quindi i bisogni dei nuotatori agonisti e sportivi, che dalla prossima estate non sapranno dove allenarsi.
“A nulla sono serviti – hanno riferito i tre rappresentanti del comitato – le parole della Federazione nuoto, l’appello di Federica Pellegrini, le 1200 firme in municipio, la proposta concreta di mantenere almeno cinque corsie della vasca grande di 50 metri. Siamo la provincia più sportiva d’Italia, ma calpestiamo così le aspettative di chi pratica lo sport. Visto che si passa bruscamente a un utilizzo dell’area prettamente economico e non più sociale, pensato in funzione del vicino camping, ci chiediamo anche se AMSA, la società in-house del Comune, poteva muoversi in questo modo spiccio, tra l’altro senza trasparenza amministrativa come ha potuto constatare anche il difensore civico provinciale”.
Il presidente Kaswalder ha assicurato che il tema sarà trattato in Commissione con audizioni, pur rimanendo chiaro come tutto dipenda dalle autonome scelte dell’amministrazione comunale.