Costruttori d’Europa, il premio “De Gasperi” al presidente sloveno Borut Pahor
“Da uomo politico e statista, il presidente Pahor ha saputo interpretare al meglio l’appartenenza all’area alpina e confinaria. Un pensiero e un’azione che tenacemente hanno contribuito a rendere l’Europa più attenta e disposta ad affrontare insieme le sfide epocali che abbiamo difronte”. Con queste parole, il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti ha consegnato il nono Premio internazionale “Alcide De Gasperi”, dedicato ai costruttori d’Europa, al presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor. “Sono convinto che prima o poi verrà il momento in cui i nostri Paesi europei vivranno una cooperazione ancora più stretta, con il rafforzamento della nostra idea di Europa attraverso una nuova Convenzione” ha affermato il presidente Pahor nel corso del suo intervento in sala Depero, alla presenza dei rappresentanti istituzionali dell’Autonomia trentina e dello Stato. “L’aggressione della Federazione Russa contro l’Europa sovrana, penso e spero, accelererà ulteriormente questi processi. Non dimentichiamo che l’idea europea è prima di tutto un progetto di pace” ha aggiunto Pahor.
Il conferimento del nono Premio internazionale Alcide De Gasperi si inserisce in un lungo e consolidato percorso che ha portato la Provincia sin dal 2004, con cadenza biennale, ad attribuire questo riconoscimento a grandi personalità protagoniste del processo di costruzione dell’Europa.
Dopo Helmut Kohl, Carlo Azeglio Ciampi, Simone Jacob Veil, Václav Havel, Felipe González, Romano Prodi, Mario Draghi e Sofia Corradi, il riconoscimento è andato dunque al Capo di Stato della Slovenia. Il presidente Borut Pahor ha infatti saputo esercitare un importante ruolo di “costruttore d’Europa”, partendo dal suo generoso europeismo e dalla peculiare collocazione geo-politica della Repubblica slovena, come ha ricordato il vicepresidente della giuria, l’mbasciatore Michele Valensise. “Pahor incorpora l’eredità morale e politica di De Gasperi. Gli uomini di confine hanno infatti una inclinazione naturale allo scambio e non alla contrapposizione – sono state le parole di Valensise -. Nel suo percorso politico, il presidente sloveno è stato infatti propugnatore di una Europa più integrata, unita, libera e in pace”.