Mostra di Segantini «Verso la luce», inizio col botto
Palazzo dei Panni gremito di pubblico, nella serata di sabato 12 novembre, all’apertura della mostra alla galleria civica di Arco «Verso la luce. Giovanni Segantini, dalla maniera scura alla pittura in chiaro».
Presenti il curatore Niccolò D’Agati, il sindaco Alessandro Betta, l’assessore alla cultura Guido Trebo e la funzionaria dell’Ufficio attività culturali Giancarla Tognoni.
In sala, con il pubblico degli appassionati e di chi ha voluto esserci a un evento così importante, tantissimi rappresentanti dell’amministrazione pubblica e delle istituzioni culturali di tutto il Trentino.
D’Agati ha illustrato il carattere peculiare di questa mostra e del relativo progetto di ricerca: ripercorrere il passaggio di Segantini «dalla maniera scura alla pittura in chiaro», com’è sintetizzato nel sottotitolo. «L’idea di Segantini come pittore scuro non è molto familiare al grande pubblico -ha spiegato- e in questa mostra descriviamo proprio come lui sia diventato l’artista della luce e dei colori che conosciamo, partendo da una pittura scura.
La mostra è organizzata su tre sale che partono dalla vicenda milanese del 79-80, quando Segantini inizia a formarsi a Milano, adottando gli stilismi pittorici propri della cultura figurativa lombarda di quel periodo; in particolare l’intonazione, che implicava toni scuri. Quando dal 1881 Segantini è in Brianza, continua con questo linguaggio, e la seconda sala ne dà conto.
Infine, ecco che dal 1883 Segantini inizia a mutare linguaggio. Questo avviene grazie al suo mentore e maestro, Vittore Grubicy de Dragon, che lo sollecita a passare alla luce più chiara, non solo perché è la tendenza che già si inizia a intravedere, ma anche perché più richiesta dal mercato.
È così che Segantini cambia radicalmente la sua maniera di dipingere, e la poesia dell’oscurità diventa la poesia della luce. La primissima opera che incarna questo passaggio è “A messa prima”, della quale siamo riusciti a mettere insieme nella stessa sala quasi l’intero percorso: lo “Studio di architettura con prete”, lo “Studio di scalinata” di Coira e “A messa ultima”, opera acquisita dal Comune, che rappresenta il punto di arrivo della serie. Questa composizione espositiva permette di verificare quello che è l’evento centrale: la transizione per la quale nella pittura la poesia e l’emotività non passano più da ciò che è rappresentato in termini narrativi ma da quello che è il potere poetico ed evocativo del colore e della luce».
A seguire la visita alla mostra, che rimarrà aperta fino al 29 gennaio 2023, da martedì a domenica della ore 10 alle ore 18 (lunedì chiuso), con chiusure straordinarie il 24, il 25, il 26 e il 31 dicembre nonché il 1° gennaio. Si ricorda che in mostra ad Arco è possibile ammirare anche “La falconiera” e “La raccolta dei bozzoli”, tele del periodo milanese di grandissima importanza nella pittura segantiniana, provenienti rispettivamente dal Musei Civici di Pavia e dalle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, che finora mai si sono potute vedere ad Arco. Dello stesso periodo anche il quadro “Il Campanaro” e altre opere provenienti da diverse collezioni private nazionali.