Nel numero di “Retrospettive” la formazione storica della Valle dei Laghi
È uscito in questi giorni il numero estivo della rivista “Retrospettive”, i cui contenuti hanno cercato di rispondere all’interrogativo su come si siano formati i territori comunali entro precisi confini. La risposta più immediata va collegata indubbiamente all’organizzazione territoriale, connessa al sorgere dei centri abitati che via via hanno popolato le valli.
Nel ricostruire questa interessante fase storica dei paesi, basata su fonti inedite, non si poteva prescindere dall’identificazione con riferimento al periodo storico prima dell’anno 1000 dei due centri di “Pieve”, ossia dei centri abitati in cui si è riconosciuto lo svolgimento di funzioni religiose, economiche e difensive: a nord quella del Sopramonte e nella parte centro-meridionale quella di Calavino. La linea di demarcazione era rappresentata dalla collina del Gaidòss (nei pressi di Vigolo Baselga). Con il sorgere dei centri abitati minori rimane sullo sfondo ancora l’antica divisione territoriale pievana, mentre in primo piano cominciano emergere le contestazioni confinarie fra i paesi o comunità di villaggio, al fine di poter circoscrivere i territori entro precisi confini.
Una delle testimonianze più significative viene offerta dalla disputa annosa della località “Arano” (Naran) fra Vezzano-Padergnone da una parte e Vigolo e Balsega dall’altra. Era inevitabile che nel momento in cui si cercavano di delimitare i territori nascessero delle dispute talvolta anche violente con reciproche ritorsioni e dispetti, che incancrenivano le questioni in quanto nessuno dei contendenti intendeva rinunciare a quello che riteneva, a torto o a regione, un proprio diritto. A questo punto per mettere fine alla vertenza ci si affidava all’Autorità vescovile che, attraverso i suoi delegati, cercava di ricomporre la lite sentendo le ragioni dei contendenti e riappacificare gli animi con soluzioni di buonsenso.
Anche se la sentenza era definita dall’Autorità vescovile, a distanza di alcuni decenni la questione si riproponeva nuovamente a seguito di qualche incidente. Persone e Vescovi cambiavano e la soluzione adottata in precedenza poteva essere interpretata in altro modo, facendo riaprire il caso.