Grave emergenza idrica ad Arco: situazione al limite, chiuse le fontane

Redazione22/07/20224min
acqua del rubinetto-2

Una situazione di emergenza idrica senza precedenti a memoria d’uomo ad Arco, con i diversi serbatoi della rete comunale ben al di sotto del livello di esercizio, alcuni in carenza grave (come Laghel e Mandrea) e uno, quello di San Giacomo (il cui bacino d’utenza, la parte alta di Bolognano e la località Gazzi, conta circa 5.000 persone), è tenuto in esercizio con continui viaggi dell’autobotte dei Vigili del Fuoco, ma che ugualmente è prossimo all’esaurimento. E anche la zona di Romarzollo, alimentata dalle sorgenti di Padaro, Molin e Murlo, in grave criticità.

Questa la situazione che ha portato il sindaco Alessandro Betta e l’assessore Nicola Cattoi a organizzare una riunione d’emergenza, nel pomeriggio di giovedì 21 luglio, dopo che solo pochi giorni fa, martedì, un’ordinanza ha vietato l’utilizzo dell’acqua per scopi non alimentari e igienico sanitari, e che per la prima volta nei suoi due mandati il sindaco ha dovuto anche decidere di chiudere le fontane pubbliche. Per l’amministrazione comunale c’erano anche i funzionari competenti in materia, i Vigili del fuoco e la Polizia locale.
In un ambito di generalizzato allarme, quindi, la prima emergenza è il serbatoio di San Giacomo, la cui altezza dell’acqua, che in condizioni normali di esercizio è di 1,9 metri, è scesa nei giorni scorsi attorno a 65 centimetri, ma con un calo, nel fine settimana scorso, di oltre un metro. Di questo passo la parte alta di Bolognano e la località Gazzi potranno restare presto senz’acqua. Cosa che sarebbe già successa, se i vigili del fuoco non avessero compiuto nell’ultimo periodo undici viaggi in autobotte e immesso nel serbatoio 110 mila litri d’acqua.
Studiata la situazione, andamento dei consumi e ricognizioni in loco, è emerso che una causa del problema va ricondotta a un consumo anomalo nei fine settimana, causato principalmente dalle piscine private e dall’irrigazione dei giardini.
«Ho chiesto al comandante Bonamico e ai nostri instancabili volontari che per questo fine settimana tamponino ancora la situazione -spiega il sindaco- ma è inconcepibile che dobbiamo mettere in campo un simile dispiegamento di persone e di risorse per riempire le piscine e irrigare a pioggia i giardini. Se il prossimo fine settimana o uno di quelli successivi Bolognano e la località Gazzi si ritroveranno senz’acqua, sappiano i concittadini che questo sarà avvenuto a causa di persone che che non fanno la loro parte in questa emergenza».
«Questo tavolo di lavoro terrà monitorata la situazione e si riunirà periodicamente finché l’emergenza non sarà passata -spiega l’assessore Nicola Cattoi- da parte sua il Comune di Arco già da giugno ha sospeso l’irrigazione degli spazi verdi con l’acqua potabile e porta avanti solo quella, limitata, con l’acqua del consorzio irriguo, e più di recente ha chiuso quasi tutte le fontane, non quella davanti al casinò perché va a ricircolo della stessa acqua del consorzio irriguo. Da anni poi si sta lavorando non solo al potenziamento continuo del sistema idrico, per il quale è stato fondamentale il nuovo ramale di 3.6 km realizzato nel 2014, che mette in collegamento il serbatoio al Cretaccio, alimentato dalla sorgente Sass del Diaol, all’abitato di Arco, senza il quale la situazione oggi sarebbe al collasso, ma anche all’eliminazione delle perdite dell’acquedotto».
La polizia locale è stata incaricata dei controlli, con particolare attenzione alla zona di Bolognano e Gazzi, e di accertare le violazioni, sanzionandole sulla scorta della recente ordinanza (da 50 a 300 euro).

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