RIVA, IL “BAGHÈGA” ANDREA ELENA SE N’È ANDATO

Andrea Elena, rivano purosangue classe 1923 (aveva festeggiato il 14 gennaio i 95 anni) marinaio incursore prima di tutto e per gli amici “Baghèga” ha lasciato la sua Riva. La sua scomparsa ha ben presto fatto il giro delle amicizie e di quanti, e sono davvero tanti, lo hanno conosciuto. Titolare nella vita professionale del garage Monte Oro sulla circonvallazione di Riva, da tempo in pensione dopo una vita passata a “curare” le magagne di tante automobili da tempo non lo si vedeva più passeggiare per la città. Marinaio coraggioso, giunse a Biserta in Africa che aveva vent’anni, quando l’Esercito Italiano era in ritirata dalle sabbie del deserto e dalla sconfitta ad opera di Montgomery.
Lui aveva già svolto diverse missioni pericolose dalle coste africane, era imbarcato sui MAS, i Motosiluranti d’assalto che tanti danni fecero alla marina avversaria inglese ma al momento di salire sulla nave questa staccò gli ormeggi stracarica. Allora Elena si tuffò nel porto, raggiunse a nuoto la catena dell’ancora che stavano ritirando e così, avventurosamente finì a bordo anche lui in direzione Italia. Questo episodio, assieme ad altri della sua vita, lo ricordava Sergio Molinari nel suo libro pubblicato postumo “Soprannomi” perché Andrea Elena era un personaggio e meritava una bella pagina di giornale.
Ieri il figlio Guerrino gli aveva fatto la barba, sembrava tutto a posto, invece col passare delle ore le sue condizioni si sono aggravate, col decesso arrivato la mattina di giovedì verso le quattro. Padre di Guerrino e Gianni, quest’ultimo scomparso purtroppo qualche anno fa, Andrea raggiunge il fratello Bernardo, anche lui marinaio e morto anche lui qualche anno fa.
Con la scomparsa di “Baghèga”, “cento chili di muscoli puri” come ricordava sempre Molinari, si chiude un altro ciclo di quella Riva che sta scomparendo, legata ad una generazione di lavoratori, fatta di sudore e fatica ma anche di tante storie e avventure che, ahimè oggi purtroppo sono sempre più rare. Insignito della medaglia di Bronzo al valor militare, figlio di un muratore che costruì le due Gardesane, praticò l’atletica leggera, il nuoto, la boxe, i tuffi, lo sci nautico e disputò anche gare di macchina e di moto.
Da semplice apprendista alle Officine Lancia di Bolzano, poi alla Radi di Riva, nel dopoguerra lavorò per la SMG, impresa di Livorno specializzata in materiali da guerra. A Riva, dopo cinque anni alla Fiat mise su, appunto, la sua officina con marchio Alfa Romeo. Già presidente dell’Associazione rivana dei Marinai d’Italia, luogo nel quale passava il tempo una volta in pensione, il Baghèga mancherà a tutti.