Nuovo Palacongressi, resti romani rallentano i lavori
Sono indubbiamente ciò che rimane dell’antico porto romano di Riva del Garda quei massi di generose dimensioni che, già a gennaio scorso, sono affiorati dagli scavi del nuovo Palazzo dei congressi di Riva del Garda. Massi che la Soprintendenza dei Beni culturali ha monitorato, catalogato a firma del dirigente Franco Marzatico. Rinvenimenti che, tuttavia, non bloccheranno i lavori di riqualificazione del centro congressuale, visto che già nella primavera scorsa del 2021 si era iniziato a capire che li sotto c’era qualcosa d’antico. La Provincia di Trento, ovviamente come in tutti questi casi nei quali si trova qualcosa sottoterra d’interesse archeologico, ha concesso la prosecuzione dei lavori ma, altrettanto ovviamente con tutte le cautele del caso e sotto sua diretta osservazione. L’antica Riva romana, dunque, continua a stupire ogni qualvolta si scava, d’altronde era ben noto alle cronache che gli antichi insediamenti dell’Impero Romano cui deve anche il nome del suo lago, Benaco, nome di una divinità romana adorata sulle sue sponde, prima o poi avrebbero regalato altre scoperte. Attenti controlli archeologici, dunque, saranno messi in atto dai tecnici provinciali che seguiranno gli scavi al fine di determinare le quote cui si trovano i resti di quello che anticamente era l’antico porto di Ripa del Garda. Acqua permettendo, perché ovviamente con il lago a due passi lo svuotamento dell’acqua di falda che riempie lo scavo del cantiere viene rallentato. Per questo i lavori potrebbero subito un anno di ritardo, mentre il Palavela è stato autorizzato a rimanere struttura “provvisoria” per almeno altri tre anni.