Appartamenti in affitto, un disagio sociale in crescendo
Che gli appartamenti in affitto ad uso “turistico” abbiano creato un vuoto sociale è sotto gli occhi di tutti. Moltissimi lavoratori e lavoratrici che in estate fanno parte del personale di bar, ristoranti, pizzerie, hotel, esercizi pubblici, negozi e altro non trovano alloggio in Busa ed è una vera e propria “emergenza”.
Se poi a questo si aggiungono gli sfratti dei nuclei familiari dagli appartamenti messi a disposizione per limitati periodi di tempo, ossia per far fronte ad un’emergenza allora la questione assume davvero un aspetto grave. La pandemia in atto da due anni a questa parte, inoltre, non ha certo contribuito a risolverlo il problema, anzi, semmai ad acuirlo, e così le 15 procedure di sfratto in essere in questi giorni a Riva con altre cinque esecutive prossime ad esserlo diventano una vera e propria emergenza sociale. Itea, l’Istituto Trentino Edilizia Abitativa ha in essere ben 377 domande di cittadini comunitari e 137 di extracomunitari a fronte di 76 appartamenti in lavorazione e che saranno pronti sul territorio prossimamente. Una trentina potranno essere a disposizione tra poco tempo, poi si dovrà attendere il 2023. Dati preoccupanti, insomma, che sono stati discussi in consiglio comunale giovedì sera scorso 31 marzo con un’eventuale proposta di affitto “concordato” tra inquilini e proprietari, cercando insomma di togliere dal mercato degli affitti turistici un po’ di abitazioni per dedicarle a chi sta cercando un alloggio sul territorio. La situazione, tuttavia, non è certo facile, le soluzioni vanno ricercate in ogni ambito, e se qualcuno ha accettato l’offerta altri preferiscono mantenere quella turistica che, non va certo negato, in alcuni casi è preferibile all’affitto stabile dodici mesi l’anno. Una situazione che per il consigliere d’opposizione Gabriele Bertoldi è insostenibile, davanti alla quale accusa l’amministrazione di non aver stanziato risorse in nessun senso, oltre al fatto che ci sono 256 dipendenti della Coop Mimosa senza futuro. “Nessuna risorsa e nessuna risposta – afferma Bertoldi – ne prendiamo atto e vedremo”.