Tumore al seno: la prevenzione passa anche dall’autoesame
Conoscere il proprio seno, saperne interpretare i cambiamenti nel corso della vita e saper cogliere per tempo eventuali anomalie. Con questo obiettivo l’Unità operativa di senologia clinica e screening mammografico ha deciso di promuovere, a partire dall’8 marzo, un’attività di sensibilizzazione all’autoesame del seno. Perché è fondamentale che ogni donna si prenda cura di se stessa e si assuma la responsabilità della sua salute. Grazie alla preziosa guida delle infermiere della senologia durante la visita specialistica le donne potranno conoscere meglio le tecniche di autopalpazione e non solo. L’iniziativa proseguirà anche nei prossimi mesi.
Questa maggiore consapevolezza si raggiunge spiegando alle donne come il seno cambi nel corso della vita, incoraggiandole a conoscerne l’aspetto, la forma e le sensazioni tattili che trasmette. Essere in confidenza con il proprio seno significa infatti notare qualsiasi cambiamento che identifica precocemente un tumore. È normale che una donna senta al tatto la presenza di tante piccole irregolarità: il seno è una ghiandola fatta di tanti grappoli d’uva circondati e immersi da tessuto adiposo, meno grasso è presente più saranno evidenti gli acini; quello che deve preoccupare è un acino più grande degli altri, o in accrescimento anche dopo i cambiamenti ormonali del ciclo mestruale, e di cui non si riesce a definire bene il contorno. Oltre a questo i cambiamenti che devono essere ricercati e devono essere sottoposti a un giudizio medico sono:
cambiamenti nella forma dei seni, se uno diventa più grande o più cadente rispetto all’altro;
cambiamenti della cute, come la formazione di pieghe o fossette;
cambiamenti nei capezzoli (posizione, forma o se un capezzolo si retrae all’interno della mammella);
capezzolo gonfio, eritematoso o screpolato con la formazione di piccole piaghe;
fuoriuscita di secrezioni liquide o ematiche, alla spremitura del capezzolo;
macchie sul reggiseno o sulla canottiera;
gonfiore a livello dell’ascella o della clavicola (dove si trovano i linfonodi);
dolore continuo, prolungato, non correlato al ciclo ormonale e localizzato in una specifica parte del seno o dell’ascella;
«zolla» più dura o nodo all’interno del seno, non mobile, che non si riesce a delimitare con precisione.
Il percorso di responsabilizzazione delle donne passa anche dalla conoscenza dei corretti esami da fare nel corso della vita.
A 20 anni è buona abitudine l’autoesame mensile tra il sesto e il decimo giorno dopo l’inizio del ciclo mestruale, per imparare a conoscere e familiarizzare con la struttura del seno.
Tra i 30 e 40 anni in aggiunta all’autopalpazione si può eseguire un esame ecografico ogni due anni in modo da avere informazioni più dettagliate, soprattutto nel caso di donne con tessuto ghiandolare più denso.
Dopo i 40 anni può essere fatta la prima mammografia che determina la densità del seno, ovvero quanta percentuale di ghiandola e tessuto adiposo è presente nella mammella, e in base a questo saranno i medici a decidere se è meglio continuare con un controllo mammografico annuale o biennale. Dopo i 45 anni la donna ha diritto ad una mammografia gratuita ogni due anni.
Tra i 50 e 70 anni la donna riceverà la lettera di invito per effettuare la mammografia di screening. Dopo i 70 anni è importante che la donna continui a prendersi cura di se stessa continuando a prenotare un controllo mammografico ogni due anni.