Arco, più di ottanta i cinghiali abbattuti da cacciatori e Forestale nel 2021
Sessantasei sono stati i cinghiali che i cacciatori della sezione di Arco hanno abbattuto nel corso dell’ultimo anno: se ad essi si aggiungono i tredici eliminati dagli uomini della Forestale e i due che sono stati trovati morti per cause naturali nel corso dei pattugliamenti notturni sul territorio, si raggiunge la ragguardevole cifra di 81 capi. Un numero decisamente elevato, se si ragiona in termini percentuali, che la dice lunga sulla presenza di questo pericoloso mammifero sul territorio arcense e più in generale in tutto il basso Sarca. Gli abbattimenti operati per mano dell’uomo nel corso del 2021 sono stati più del doppio rispetto a quelli totalizzati l’anno precedente, segno che l’attività venatoria di controllo ha avuto modo di perfezionare i suoi meccanismi organizzativi (nel 2020 i cacciatori sono potuti uscire solo nei mesi di maggio e giugno, mentre nel 2021 hanno lavorato ininterrottamente a partire da marzo) e al tempo stesso che la colonia di questi animali si è fatta piuttosto consistente. Tuttavia l’attività di controllo posta in essere dai cacciatori arcensi ha permesso quest’anno di contenere in modo significativo i danni che invece i cinghiali avevano procurato agli arativi e ai pascoli in altitudine negli ultimi due anni: campi crivellati dagli scavi di queste bestie non ce ne sono quasi più, questo grazie soprattutto all’azione totalmente volontaria dei cacciatori che ormai sembrano essere in grado di controllare autonomamente l’attività venatoria contro gli ungulati. Grazie all’intervento mirato delle doppiette, il pericolo è diminuito di grado. Anche perché sono stati pianificati nuovi, significativi investimenti per debellare una volta per tutte un problema che stava creando più di un grattacapo a quanti lavorano nei campi, soprattutto in quota: la riserva si è resa infatti disponibile ad implementare le attività di controllo con nuove strutture di cattura capaci di aumentare l’efficacia nella riduzione delle consistenze. Un’ipotesi che consentirebbe in questo modo di liberare gli uomini della Forestale da questo impegno per consentire loro di attivarsi su altri importanti settori di intervento.