L’Ocse studia il piano per il lavoro agile della Provincia di Trento
Il piano per il lavoro agile della Provincia autonoma di Trento è stato analizzato dall’OCSE come caso di studio sulle nuove forme di organizzazione del lavoro che vanno affermandosi nel contesto internazionale. Il rapporto dell’Ocse sul telelavoro in Trentino ha evidenziato come il 57% dei lavoratori possa lavorare da remoto un giorno alla settimana almeno, mentre le interviste a imprese e lavoratori hanno sottolineato come da parte di aziende e dipendenti ci sia la volontà di rendere la modalità ibrida (lavoro in presenza e da remoto) una realtà anche dopo la pandemia, per sostenere sia la produttività sia il benessere. Il rapporto ha poi chiarito quali possano essere gli obiettivi che la politica può raggiungere attraverso lo strumento del lavoro agile.
La Provincia autonoma di Trento ha adottato a settembre il Piano strategico per la promozione del lavoro agile e, con una deliberazione successiva, ha definito le prime misure organizzative con l’obiettivo di mettere sul campo dei progetti pilota che potranno essere presi a modello anche dalle altre organizzazioni territoriali e dai privati. “Abbiamo approvato l’istituzione della Comunità professionale e di pratica per la promozione del lavoro agile nel “Distretto Trentino Intelligente” – ha affermato l’assessore Spinelli – che servirà come supporto principalmente della Giunta provinciale, ma anche delle strutture provinciali e degli enti funzionali, nonché dei portatori di interesse che avranno aderito al Piano strategico”. La volontà della Provincia autonoma è infatti di diffondere il lavoro agile dentro la propria organizzazione, ma anche all’esterno. Per il primo obiettivo si sono già date le direttive all’Apran per stipulare accordi negoziali per il personale del comparto delle Autonomie locali che mirano alla disciplina del lavoro agile appunto. E si è approvato il Piano operativo per l’implementazione del lavoro agile nella Provincia autonoma di Trento per gli anni 2021-2023, che mira, tra l’altro, a modificare l’organizzazione del lavoro orientandola al lavoro per obiettivi e risultati, a ridurre gli spostamenti lavoro-casa-lavoro nell’ottica di una mobilità maggiormente sostenibile e a rafforzare le misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.