800 GRAMMI DI COCAINA E 3 KG DI MARJIUANA: ARRESTI A TRENTO
Ieri pomeriggio la Squadra Mobile della Questura di Trento ha rinvenuto nell’abitazione di uno degli arrestati dell’operazione ZAGHI, il 22 febbraio scorso, circa 800 grammi di cocaina e 2.7 kg di marjiuana. La droga è stata rinvenuta dagli investigatori in un’intercapedine ricavata nel sottotetto a 4 metri dal terreno, il cui accesso è stato possibile solo utilizzando una scala e rimuovendo dei mattoni che formavano il soffitto del manufatto, in un capannone utilizzato per l’allevamento degli animali.
Sempre nell’ambito della stessa indagine, il 27 febbraio a Obrezje (SLO), la Polizia slovena ha arrestato Boris Torbica di 40 anni, cittadino della Bosnia-Erzegovina, latitante a seguito degli arresti del 22 febbraio.
Com’è noto l’operazione denominata “Zaghi”, iniziata nel novembre 2016, aveva avuto il suo epilogo alle prime luci dell’alba di giovedì 22 febbraio, portando alla luce un vasto traffico di sostanze stupefacenti gestito da un’organizzazione criminale transnazionale che operava oltre che nel nostro paese anche in Bosnia, Slovenia e Croazia.
Il bilancio dell’indagine era di 29 persone coinvolte di cui 22 persone arrestate, (6 dei quali avvenuti da novembre 2015 a dicembre 2017), 11 custodie cautelari in carcere (ora 12 eseguite); 5 custodie cautelari degli arresti domiciliari e 7 latitanti all’estero. Ora dopo l’arresto di Torbica 6 latitanti, tuttora ricercati.
Nel corso dell’operazione sono state sequestrate 11,4 kg di stupefacente: 3 kg di marijuana; 1 kg di cocaina; 2 kg di metamfetamine; 0.4 kg di cocaina e 5 kg di hashish. Sono state inoltre sequestrate: 4 autovetture, una moto e 12 fucili più di 13.500 di euro in contanti.
I reati contestati sono associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsione e reato transnazionale.
Le indagini, dirette dal Vice Questore Salvatore Ascione, capo della Squadra Mobile di Trento, prendono spunto da alcuni ritrovamenti di stupefacente avvenuto nel mese di novembre del 2016, sulle rive del lago di Canzolino a Pergine Valsugana.
Durante le indagini la Squadra Mobile ha scoperto che la compagine criminale, composta da cittadini italiani, bosniaci, croati, marocchini e macedoni, utilizzava le rotte balcaniche, attraverso le Bosnia, Croazia e Slovenia per trasportare lo stupefacente in Italia.
“Questo ennesimo arresto – commenta il capo della Squadra Mobile Salvatore Ascione – dimostra come la collaborazione internazionale, in questo caso della Polizia Slovena, sia fondamentale per la cattura dei latitanti e per lo sviluppo di indagini che vedono coinvolti diversi Stati interessati al traffico di stupefacenti”