“Turismo sì, ma non a ogni costo”: il Coordinamento Ambiente critica Garda Dolomiti

Un intervento netto, dai toni civili ma decisi, quello diffuso dal Coordinamento per la Tutela dell’Ambiente Alto Garda e Ledro, che raduna sotto un’unica sigla numerose associazioni ambientaliste attive sul territorio. L’occasione è l’assemblea annuale di Garda Dolomiti S.p.A., l’azienda di promozione turistica dell’Alto Garda, ma il bersaglio è più ampio: lo stile di sviluppo turistico promosso dalla società, il concetto stesso di sostenibilità turistica messo in pratica, e – in particolare – le responsabilità dei suoi vertici, il presidente Silvio Rigatti e il direttore Oskar Schwazer.
Nel comunicato, che si può leggere integralmente sul profilo social, il Coordinamento mette in evidenza quelle che definisce “incongruenze” tra le dichiarazioni di principio sulla sostenibilità, più volte richiamate dal presidente Rigatti, e le scelte strategiche attuate dall’APT. Scelte che, secondo gli ambientalisti, risultano “in netto contrasto” con i valori che dovrebbero guidare una reale transizione ecologica.
Tra i principali nodi critici, il sostegno a progetti come la ciclopista Garda by Bike e la discussa proposta di costruzione di un campo da golf a Nago. Ma anche la proliferazione incontrollata delle vie di arrampicata, i fuochi d’artificio, e i grandi eventi turistici: tutte iniziative che – secondo il Coordinamento – “non sono sostenibili né dal punto di vista ambientale, né da quello sociale”.
Sentieri trasformati, alberi tagliati
Altro punto su cui si concentra l’attenzione è la gestione della sentieristica, oggi curata direttamente da Garda Dolomiti S.r.l. Gli ambientalisti parlano di “modifiche sostanziali” rispetto alla conformazione originaria dei percorsi, interventi che avvengono spesso – si legge – con mezzi pesanti, demolizione di massi e abbattimento di alberi. Da qui, la domanda: l’APT è soggetta all’obbligo di presentare regolari progetti e richiedere le autorizzazioni necessarie per questi lavori? Per il Coordinamento, il dubbio è legittimo, e le risposte finora sono mancate.
Il valore di un territorio fragile
“Il nostro compito – si legge ancora nel comunicato – è quello di mantenere alta l’attenzione sui rischi che alcune decisioni, prese in nome dello sviluppo, comportano. È nostro dovere proporre alternative concrete e veramente sostenibili”. L’appello è rivolto agli amministratori locali e agli enti competenti: dialogare con il mondo dell’associazionismo, della ricerca e delle competenze tecniche per costruire politiche territoriali più equilibrate, rispettose del paesaggio, delle comunità e delle risorse naturali.
Il Coordinamento riconosce che Garda Dolomiti investe nella ricerca e commissiona studi sulla sostenibilità. Ma la domanda finale è emblematica: “È in grado di tener conto dei risultati e dei suggerimenti che ne derivano?”
Una domanda che, al di là delle polemiche, chiede una riflessione profonda sul futuro turistico dell’Alto Garda. Un futuro che, per essere davvero sostenibile, dovrà forse cominciare da un ascolto più attento delle voci del territorio.