Tragedia sul Monte Biaina, il climber Cristian Brenna di Arco precipita e muore

Un’escursione in quota si è trasformata in tragedia ad Arco nella tarda mattinata di oggi, lunedì 3 giugno, lungo la cresta del Monte Biaina, poco sopra San Giovanni al Monte. Cristian Brenna, leggenda dell’arrampicata italiana, 55 anni, ha perso la vita dopo essere scivolato sul sentiero durante un’uscita con un amico. Originario di Milano, viveva ad Arco con la moglie Jana e i figli, Sofia e Filippo.
Brenna era considerato un pioniere dell’arrampicata sportiva, celebre per il suo talento e per i traguardi raggiunti in falesia e in alta montagna. Dopo una brillante carriera agonistica, aveva intrapreso numerose spedizioni alpinistiche in ambienti estremi.
In falesia si era distinto per imprese come la prima italiana del 9a con “Underground” a Massone e numerose prime salite su vie di difficoltà estrema, anche fino al grado 8c+. Faceva parte dei Ragni di Lecco, uno dei gruppi alpinistici più prestigiosi d’Italia, continuando a dedicarsi alla scoperta di nuove vie.
La sua scomparsa lascia un vuoto profondo nel mondo della montagna, dove Brenna era apprezzato non solo per le sue capacità tecniche, ma anche per l’autenticità con cui viveva la passione per l’alpinismo.
L’incidente è avvenuto a circa 1.350 metri di altitudine. Secondo una prima ricostruzione, Brenna sarebbe inciampato mentre percorreva un tratto boschivo, scivolando per diversi metri lungo il pendio e precipitando successivamente sulle rocce sottostanti. L’amico che era con lui ha immediatamente lanciato l’allarme al Numero Unico per le Emergenze 112, attorno a mezzogiorno, non riuscendo più né a vedere né a contattare telefonicamente il compagno.
La macchina dei soccorsi si è attivata in pochi minuti. La Centrale Unica di Emergenza ha richiesto l’intervento dell’elisoccorso, mentre i tecnici del Soccorso Alpino di Riva del Garda si preparavano al decollo dal Campo Sportivo Benacense. Sul posto sono intervenuti anche il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Tione e i Vigili del Fuoco di Riva del Garda.
Il tecnico di elisoccorso è stato sbarcato nel punto in cui si trovava l’amico dell’escursionista, che ha indicato la direzione della caduta. Il soccorritore si è calato per circa un centinaio di metri lungo il versante fino a individuare il corpo del climber. In supporto, anche due operatori del Soccorso Alpino sono stati elitrasportati sul luogo dell’incidente, insieme all’equipe sanitaria.
Purtroppo, nonostante i tentativi di rianimazione da parte dei sanitari, per il 54enne non c’è stato nulla da fare. Il decesso è stato constatato sul posto dal medico. Dopo il via libera da parte dell’autorità giudiziaria, la salma è stata recuperata e trasportata a Riva del Garda a bordo dell’elicottero.