Tragedia di Caldes, Fugatti: “Abbattere l’esemplare che ha aggredito Papi”

Redazione09/04/20234min
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“Procedere all’abbattimento dell’esemplare identificato” come l’autore dell’aggressione mortale ad Andrea Papi nei boschi di Caldes. Così recita l’ordinanza contingibile e urgente firmata dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. Tenuto conto della situazione di “gravissimo pericolo per l’incolumità e la sicurezza pubblica, riguardante potenzialmente più comuni”, il documento prevede che il Corpo forestale trentino prosegua il monitoraggio intensivo dell’area ove si è verifica la tragedia, al fine di assicurare la massima tutela dell’incolumità e della sicurezza pubblica”, oltre che di “procedere, nel più breve tempo possibile, all’identificazione genetica dell’esemplare che si è reso protagonista dell’aggressione”. Le analisi di laboratorio sui reperti – a cura della Fondazione Edmund Mach – porteranno all’attribuzione del codice identificativo dell’orso in questione. “Eventuali esemplari catturati, indiziati di essere quello ricercato, potranno essere custoditi momentaneamente in cattività in attesa della conferma genetica della loro identità” si legge nell’ordinanza. Seguiranno altre ordinanze per la rimozione di tre orsi problematici: MJ5, JJ4 e M62: per procedere servirà il parere (non vincolante) di Ispra: “Abbiamo avuto rassicurazioni verbali sull’accoglimento anche di queste richieste” specifica il presidente.

Intanto la famiglia di Andrea Papi ha annunciato l’intenzione di denunciare la Provincia autonoma di Trento e lo Stato per aver reintrodotto gli orsi in Trentino. Lo riporta il T quotidiano, citando la madre del giovane. La famiglia, informa il giornale, si è già affidata a dei legali.
L’intenzione è contestare le modalità con cui è stato messo in campo il progetto Life Ursus, senza un referendum consultivo tra la popolazione della zona.

Sui social gli animalisti contro gli abbattimenti Le associazioni animaliste prendono posizione contro l’ordinanza di abbattimento dell’orso responsabile dell’aggressione di Andrea Papi. L’Oipa, in una nota, invita alla calma, auspicando che “le istituzioni non ricorrano alla barbarie dell’occhio per occhio, dente per dente”. “Dieci furono gli orsi rilasciati tra il 1999 e il 2002, e oggi se ne contano circa 100. Ma l’intento iniziale si è ribaltato e dalla protezione si sta passando all’uccisione”, commenta il responsabile per la Fauna selvatica dell’Oipa, Alessandro Piacenza. “Se il risultato di tanto sforzo è questo, tanto valeva che quello stanziamento di denaro pubblico fosse investito altrove”, aggiunge, in riferimento al progetto Life Ursus. Secondo l’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa), occorre “andare a fondo nelle indagini e ricostruire quanto accaduto”. Papi – prosegue l’associazione in una nota – “si sarebbe difeso con un bastone e questo potrebbe aver provocato la reazione dell’orso”. Intanto sui social si moltiplicano i messaggi contro gli abbattimenti e a favore degli orsi. “L’orso non passeggia in città, così l’uomo si cerchi un altro posto dove andare a correre”, scrive un utente. Un altro afferma: “Come mai accadono solo in Trentino? Anche in Abruzzo ci sono gli orsi, ma non accade nulla”. “Boicottiamo il Trentino: sicuramente nel voler uccidere tutti gli orsi c’è il motivo economico”, si legge ancora tra i commenti.

 


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