Tornare indietro
In una biblioteca poco lontano dalla nostra zona, questa sera tutti i bambini porteranno il loro pupazzo preferito e trascorreranno la notte in sala letture accampati su materassini morbidi e colorati. Attorno a loro, intere campate di libri incolonnati e silenziosi – un autentico contrasto con ciò che accadrà stanotte.
Risolini soffocati, abbracci, segreti sussurrati, “un ultima cosa, per favore, maestra!”, e tante altre piccole scintille che solo chi si è trovato in quel settore conosce come le sue tasche.
Se potessi tornare indietro, ma indietro di parecchio, vi porterei subito a questa notte di libri.
Porterei voi e quell’orso e quel gatto che vi accompagnano ad ogni spostamento – non ci vorrebbe nemmeno troppo spazio perché nel mio cuore voi siete ancora piccoli piccoli, allungo la mano e siete nella culla. Posso sentire il vostro profumo da neonati e posso avvertire il mio cuore ancora dolorante perché fa male (anche se non lo dicono!) quando ci si separa e si diventa dapprima due persone diverse, poi addirittura tre.
Vi porterei alla biblioteca di notte, figli, per farvi vivere un’esperienza in più che probabilmente da grandi dimenticherete ma che magari un giorno lontano lontano – sfogliando un albo illustrato per un nipotino o due – vi farà saltare qualcosa in un occhio ripensando a quella mamma fatta di carta e di parole che vi portava con sé con i vostri pupazzi, e posando il volume compierete quel gesto così familiare e così intimo (una carezza veloce sul dorso) scoprendo da chi l’avrete preso e che tornare indietro si può.
Da qualsiasi parte si vada a finire.
Si può.
Roberta Nina Bianchin – autrice, sul web www.robertaninabianchin.it