Teatro, cultura e visione: la riflessione di Maria Pia Molinari sulla Giunta di Riva

È un intervento articolato, quello pubblicato sul suo profilo Facebook da Maria Pia Molinari, ex candidata sindaca per la coalizione “Ora Riva” e “Ascolta Riva”, oggi all’opposizione in consiglio comunale a Riva del Garda. Un post che solleva interrogativi puntuali e pone al centro della discussione non tanto – o non solo – i singoli dossier amministrativi, quanto il metodo politico con cui l’attuale maggioranza sta affrontando alcune delle principali sfide in corso.
“Tutta questione di metodo”, scrive Molinari, sottolineando come la gestione di partite complesse – dalla riforma della Comunità di Valle alle società partecipate, fino alla Variante 13 del PRG e, soprattutto, alla questione del nuovo teatro – richieda un approccio strutturato, lungimirante, capace di tenere insieme visione e partecipazione.
La questione del teatro: contenitore o progetto?
Al centro della riflessione c’è la prospettiva di un nuovo teatro cittadino, una delle iniziative su cui si stanno concentrando attenzione e risorse dell’amministrazione comunale. Molinari non contesta la necessità dell’opera in sé, ma mette in discussione l’impianto culturale che dovrebbe sostenerla.
“Che tipo di cultura vogliamo a Riva del Garda? Che tipo di esperienza culturale vogliamo pensare per le nostre concittadine e concittadini?”, domanda l’esponente civica, ribaltando il piano del dibattito: non è (solo) una questione di struttura fisica, ma di funzione, di senso, di obiettivi.
Il rischio – suggerisce Molinari – è che si stia costruendo un contenitore privo di contenuti definiti. E che, in assenza di una visione condivisa e strategica, anche gli strumenti di confronto (come i tavoli intercomunali sull’offerta culturale dell’Alto Garda) possano risultare inefficaci o addirittura fuorvianti.
“Per noi risulta fondamentale partire da un impianto di idee e progettualità che nasca qui, da Riva, e da quello che una scatola vuota può diventare”, scrive. È un appello al radicamento locale delle politiche culturali, prima di estenderle a livello sovracomunale.
Critiche al metodo: confronto o improvvisazione?
Ma il cuore del messaggio è ancora più politico. Al di là dei singoli temi, ciò che Molinari contesta è la mancanza di una strategia complessiva. La Giunta, accusa, si muoverebbe per risposte contingenti, senza uno “sguardo lungimirante verso il futuro”.
Pur riconoscendo il valore del dialogo con “vari interlocutori”, la consigliera rivendica la necessità di una guida chiara, capace di definire priorità e finalità. “Solo se si hanno idee, si può essere concreti e non lasciare che le cose proseguano in maniera casuale.”
Un messaggio che suona come un avvertimento, ma anche come una proposta di metodo alternativo: visione, coinvolgimento, pianificazione.
Un’opposizione vigile, in attesa di risposte
Le parole di Molinari si inseriscono in un contesto in cui molte delle grandi questioni aperte – dal riassetto delle partecipate alla gestione futura del polo culturale – sono ancora in una fase interlocutoria.
La sua presa di posizione non chiude al dialogo, ma chiede con forza che si torni al centro della discussione pubblica, evitando scorciatoie o semplificazioni.
Un richiamo, infine, alla responsabilità della politica e all’importanza del pensiero progettuale. Perché, come scrive la stessa consigliera, “il teatro è il luogo dove le persone si incontrano, si confrontano, si scambiano idee e vivono insieme esperienze uniche e irripetibili”. Un simbolo potente – culturale e civico – che non può essere lasciato all’improvvisazione.