Scuola, il Trentino lancia la battaglia per l’inclusione e contro la dispersione implicita
“Il sistema della formazione trentina nel complesso sta lavorando molto bene, come hanno confermato i risultati dei test Invalsi a luglio, e dà una risposta esauriente ai nostri giovani, che sono la risorsa per il futuro. Ci sono in ogni caso possibilità di miglioramento importanti, per dare ancora maggiore attenzione nel mondo della scuola alle fragilità e al rafforzamento delle competenze per i ragazzi che pur assolvendo al percorso scolastico non ottengono le competenze minime, ciò che in termine tecnico si chiama dispersione implicita”. È il messaggio dell’assessore provinciale all’istruzione, università e cultura Mirko Bisesti al seminario di approfondimento sugli esiti delle prove Invalsi 2022 in Trentino. Un confronto che ha chiamato a raccolta nel Palazzo della Regione a Trento i dirigenti scolastici di tutto il territorio assieme al dirigente generale del Dipartimento istruzione Roberto Ceccato, ai vertici di Iprase e a Roberto Ricci, presidente di Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione.
Obiettivo dell’incontro è stato analizzare in dettaglio gli esiti delle prove Invalsi tenutesi nella primavera scorsa (mesi di marzo, aprile e maggio) sugli apprendimenti degli studenti in Italiano, Matematica e Inglese nelle classi: 2a e 5a della Primaria; 3a della Secondaria di primo grado; 2a della Secondaria di secondo grado; 5a della secondaria di secondo grado e professionali.
L’importanza della riflessione sta nel fatto che Invalsi è una rilevazione di sistema standardizzata e rappresenta un fondamentale strumento per aiutare scuole, insegnanti e responsabili a riflettere sugli esiti del proprio lavoro, così da assicurare ai nostri ragazzi livelli di performance adeguati
Le ultime rilevazioni Invalsi della primavera scorsa hanno evidenziato gli ottimi risultati del sistema educativo d’istruzione e formazione provinciale, soprattutto per quanto riguarda l’equità e l’inclusione degli allievi più fragili. Questo perché il Trentino – che tra l’altro è il territorio che ha tenuto le scuole aperte per il più ampio intervallo temporale durante la pandemia – è un sistema educativo in cui si può contare sul buon livello di tutte le scuole.