Ruba tre volumi alla libreria Cazzaniga di Arco, poi li getta nella Fitta
Furto con destrezza all’interno della libreria Cazzaniga, in via Segantini ad Arco. Un “topo di libreria”, dai modi gentili, abbronzato e vestito con camicia blu scura, verso mezzogiorno di martedì 20 agosto è entrato nel negozio in quel momento affollato, e, fingendosi un lettore interessato, si è diretto nel retro, nella sezione specializzata in libri da montagna e guide di arrampicata. Con sé aveva una borsa termica, con le pareti sigillate di alluminio.
Il distinto signore non ha chiesto aiuto ai collaboratori Alice e Francesco. Ha scelto tre volumi sugli scaffali e li ha infilati nella borsa. Poi si è incamminato verso l’uscita, sempre con fare calmo e distinto, senza però avvicinarsi alla cassa per pagare quanto dovuto: 108 euro.
Il “topo di libreria” però non sapeva che ogni suo movimento era stato ripreso dal circuito interno di telecamere e le immagini della sua “performance” erano state registrate e viste in diretta sul grande monitor sopra la cassa. A questo punto il titolare della libreria ha chiesto al cliente di fermarsi e di pagare i tre volumi che preso dagli scaffali. Per tutta risposta, il signore gli ha intimato di non avvicinarsi, di non toccare la borsa e ha scelto di darsi alla fuga lungo via Segantini in direzione ponte sulla Sarca e, continuando a camminare, si è mescolato alla folla. “Ho cercato di seguirlo per alcuni metri, poi ho perso le tracce”, racconta Giovanni. Immediata la telefonata al NUE 112 dove ha avvisato i Carabinieri che si sono subito messi alla ricerca del distinto signore.
Dopo alcune ore, la svolta. “In tantissimi ci hanno telefonato e scritto che una borsa con all’interno tre libri (erano proprio quelli rubati) era stata abbandonata a pochi passi”, racconta Alice. Era stata gettata nel canale della Fitta nel punto in cui, nell’agosto 1862, rischiò di annegare il giovane Giovanni Segantini.
“Grazie mille alle Forze dell’ordine – dicono dalla libreria Cazzaniga – e a chi ha pensato a noi segnalando il ritrovamento della refurtiva, facendoci capire che nonostante la “Malerba” (per non risparmiare i riferimenti letterari) abbiamo una comunità prontissima a fare del bene”. Del “topo di libreria”, invece, si sono perse le tracce ma, comunque, i Carabinieri stanno indagando grazie alle immagini che immortalano il furto e quelle di sorveglianza della città.