Riva a Giochi senza Frontiere, la sfortuna in Eurovisione

Vittorio Colombo02/05/20214min
1leeds, giochi frontieri, 14 luglio 1976


Era il 14 luglio del 1975 e la squadra di Riva del Garda rappresentò l’Italia a “Giochi Senza Frontiere”, un programma televisivo prodotto dall’Unione Europea di Radiodiffusione (UER) che veniva trasmesso in diretta su tutte le televisioni europee dal 1965 al 1982 e dal 1988 al 1999.
La cittadina Benacense  giocò le proprie carte a Leeds, in Inghilterra. Dovette vedersela con squadre rappresentanti le città di altre sei nazioni. Fu evento mediatico stellare. Grazie all’Eurovisione milioni di telespettatori seguirono quella trasmissione. Il rovescio della medaglia fu la classifica finale. La squadra di Riva finì infatti settima, purtroppo fanalino di coda.
E dire che nelle prove i rivani si erano classificati primi. Ma c’è una spiegazione. In prova c’era libertà di scegliere gli atleti più idonei al tipo di prova. Così per le gare di prestanza fisica si scelsero i più forti e pesanti, per quelle di agilità i più leggeri e svelti. Si va alla gara vera e propria, quella mandata in Eurovisione. Jella nera. I rivani massicci sorteggiati vanno nelle gare di agilità, quelli leggeri in quelle di forza.
Questa la squadra (come da foto). Da sinistra in piedi, Valerio Spagnolli, Mirko Carotta, Luciano Nicolli, Marco Antoniazzi, Paolo “Flebo” Spagnolli, “Cianci” Amistadi. Centro: Bruno Avancini, Giulio Benamati, Roberto Betta, Lino Benoni. Prima fila: Michela Santuliana, Manuela Stella, Emilia Buonaluce, Susy Benedetti, Patrizia Pollo.
Della delegazione fecero parte il sindaco Bruno Santi, “Francesco “Cianci” Amistadi, il papà del basket, il vicesindaco Vincenzo Macrì, e il direttore dell’Azienda di soggiorno Giuseppe Degara.
La tappa di Leeds aveva per tema “Gli animali della fattoria”. La trasmissione, condotta da Rosanna Vaudetti e Giulio Marchetti, era divertente. Le prove dovevano assicurare spettacolo e divertimento. Ruzzoloni, cadute in acqua, siparietti strampalati erano il sale delle gare. E tanto più gli atleti si schiantavano tanto più ci si sbellicava dalla risate. La delegazione rivana portò in omaggio prodotti trentini, vino e grappa. Le dame inglesi pensando a bottigliette di profumo, si inondarono le ascelle di grappa. E tutti ne furono inebriati.
Ricorda Susy Benedetti. “Dovevo sistemare nell’ovile le sagome di pecore portate dal Benoni. Nelle prove fu piazza d’onore battuti dalla Svizzera per un secondo”.
Altra gara: una sagoma di mucca era spinta in alto da Giulio Benamati. La partner doveva raccogliere il maggior numero di litri per il conteggio.
Mirko Carotta ricorda: “Un gioco che si rivelò disastroso. All’interno di un pupazzo a forma di cavallo c’erano due persone che dovevano fare un percorso con in groppa un atleta. Ci toccò fare il cavallo io e Luciano Nicolli mentre i forti erano Benoni e Benamati. Poi invece di una ragazza leggera salì in groppa una ben piazzata lanciatrice di disco”. Fu un calvario. Il povero cavallo rovinò a terra più volte. Manuela Stella non può dimenticare la terribile prova del bruco che pure vide i rivani in difficoltà.
Alla luce di questi rovesci la classifica vide i padroni di casa di Kirklees vincere con 45 punti, i rivani chiusero buoni, si fa per dire, settimi e ultimi con 20 punti. Claudio Baglioni in quegli anni cantava “W l’Inghilterra”. I rivani no. Comunque tornare con la mente a quei giorni è un modo per ricordare una storia comunque bella per Riva, con un pensiero particolare a ci ha lasciati, “ Cianci” Amistadi, già nel 1992, tempo fa Luciano Nicolli e, di recente, Bruno Avancini.
Vittorio Colombo

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