Ragazza di Arco accoltellata dallo stalker, per lui ancora nessuna restrizione

Fabio Galas27/10/20244min
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Una ragazza di Arco residente nelle valli Giudicarie è stata ferita con un coltello da un uomo. Al Pronto Soccorso sono stati applicati alcuni punti di sutura al profondo taglio sul braccio sinistro, messo a protezione del corpo mentre l’uomo sferrava il fendente. L’aspetto più cupo della vicenda è che il personaggio da alcuni anni farebbe azioni da stalker alla donna, che abita nell’appartamento sotto il suo, senza che abbia ancora subito restrizioni di sorta.
I fatti e l’aggressore sono conosciuti alle Forze dell’Ordine, ma comunque lui abita ancora vicino alla ragazza della quale si sarebbe invaghito. Non venendo corrisposto, avrebbe messo in atto questi comportamenti persecutori. Una volta è intervenuto il Tribunale, condannandolo ad un corso di recupero, ma la situazione è rimasta pressoché invariata. La donna, che si trova spesso faccia a faccia con il vicino, il quale l’avrebbe anche minacciata  e tenuta sotto controllo nei suoi movimenti, ha deciso di confessare le sue paure e oppressioni a “la Busa”.
“Sono scrittrice e professoressa – ci racconta la ragazza ancora spaventata per l’accaduto – e sono vittima di stalking da più di due anni. Questo significa denunce, processi, significa purtroppo abitargli ancora vicino e non essere tutelati da nessuno. Perché, anche se è in vigore la Legge 612 Bis (chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a euro 1.032. Se la minaccia è grave la pena è della reclusione fino a un anno), purtroppo ad oggi viene tutelato di più uno stalker che la vittima. Posso confermarlo – ci dice la ragazza con parole che escono a fatica – perché lunedì 21 ottobre, a seguito di un’altra diatriba verbale, l’uomo mi ha accoltellata ferendomi al braccio. E mi andata bene, sono fortunata ad essere ancora qui. Lui è a casa perché la Procura ritiene che il suo comportamento non sia abbastanza grave per un allontanamento. Quella che deve andare via sono io. E infatti ora, per la mia salute, sono obbligata ad abitare da un’altra parte. Questo è il significato di tutto quando parlano di femminicidi e di Leggi a favore delle donne. Questi miei cinque punti di sutura sono la tutela che ti dà lo Stato.Sono arrabbiata perché io non me lo merito. Ho sempre studiato, lavorato, ho quattro Lauree con lode. Lui è un disoccupato, ha 63 anni e si è invaghito di me. Pur denunciato, non hanno fatto nulla anche se mi è entrato in casa e minacciato di morte, azioni provate da video e registrazioni che ho consegnato al processo dove lui si è dichiarato colpevole con il patteggiamento. Dopo una seconda denuncia che doveva portarlo alle manette, lui è ancora qua”.
Il giorno dopo il ferimento la ragazza ha chiamato le Forze dell’Ordine: “Mi hanno detto che non c’erano gli estremi per un allontanamento. Quante donne devono ancora morire perché lo Stato possa fare qualcosa di preventivo?”.
Un grido di allarme che riportiamo, per fare in modo che le Istituzioni si interessino seriamente al caso e facciano qualcosa per tutelare la ragazza e prevenire un’evoluzione ben più tragica della vicenda.

 

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