Presidenza APT Garda Trentino, l’Associazione Albergatori: “La scelta di Rigatti è inopportuna”
Un’operazione quanto meno “impropria”: così è stata definita dagli albergatori altogardesani la decisione dei sindaci del territorio di comunicare agli organi di informazione la designazione del futuro presidente dell’azienda di promozione turistica locale «senza un previo confronto e condivisione con le categorie maggiormente rappresentative del comparto turistico». La presidente della sezione locale dell’Associazione Albergatori e Imprese Turistiche (Asat) Petra Mayr ha così preso carta e penna e ha scritto direttamente ai primi cittadini per esprimere lo sconcerto degli operatori di fronte ad una scelta considerata nero su bianco “inopportuna”: «Nel passato la Legge sulla promozione turistica attribuiva ai comuni un potere decisionale nella formazione dell’Apt e prevedeva la presenza obbligatoria degli stessi all’interno del consiglio di amministrazione. L’attuale riforma però ha percorso la via opposta, dando maggiore importanza alla compagine sociale privata e rimuovendo dal riferimento normativo la presenza obbligatoria delle amministrazioni comunali all’interno del cda. Non si comprende pertanto come i sindaci dell’alto Garda abbiano potuto prendere una decisione così fondamentale per il futuro del turismo sul nostro territorio senza confrontarsi con i rappresentanti delle categorie economiche legate al comparto». Com’è noto, il nome sul quale le amministrazioni comunali hanno trovato l’accordo, ferma restando la volontà di sostituire il presidente uscente Marco Benedetti, è quello dell’albergatore Silvio Rigatti, titolare dell’Aktivhotel Santa Lucia di Torbole, già membro del cda dell’APT territoriale in quota Confcommercio Alto Garda e Ledro e vicepresidente dell’Unione Albergatori Trentini (Unat). Secondo le norme entrate in vigore con la riforma, il futuro consiglio d’amministrazione salirà da nove a quindici componenti: cinque posti sono riservati alla componente pubblica, dieci alla privata delle categorie economiche. Ci sarà inoltre un comitato esecutivo formato da sette persone oltre al presidente nominato: tre in rappresentanza dei comuni e altri quattro, invece, sempre per i privati. Ora che gli operatori dell’Asat si sono però messi di traverso, non è scontato che la vicenda si concluda come preventivato.