Predazioni dei lupi, tra le zone preferite Baldo e Bondone

Redazione13/08/20233min
PASCOLI SORVEGLIATI DAI CANI

 

“Lupus in stabula” è un progetto per studiare le dinamiche di predazione del lupo sul bestiame domestico in provincia di Trento Coordinato dal MUSE, il Museo delle Scienze, in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, e finanziato dalla Fondazione Cassa Rurale di Trento. Il progetto mira a migliorare la conoscenza di questa tipologia di conflitto tra attività umane e lupo sul territorio provinciale.

Indagando con approccio scientifico le situazioni e i contesti in cui si sono verificate le predazioni sul bestiame da parte del lupo nel territorio provinciale, la ricerca approfondisce diversi aspetti che caratterizzano il fenomeno: l’andamento negli anni, la distribuzione spaziale, il rapporto con le misure di prevenzione, i fattori gestionali che possono aumentare il rischio di predazione. Il primo prodotto del progetto è una relazione tecnico-scientifica

https://www.muse.it/contrib/uploads/2023/08/lupo_danni_09_08_2023-1.pdf
a cui faranno seguito ulteriori approfondimenti.

Dalla relazione emerge che in provincia di Trento, tra il 2013 e il 2022, si sono verificate 576 predazioni da lupo su domestico, con un totale di 2.256 capi coinvolti (inclusi i capi morti, feriti e dispersi). Il maggior numero di attacchi avviene nel mese di agosto e durante le ore notturne.

 

 

Complessivamente, il bestiame presente in alpeggio ogni anno ammonta a circa 72.687 capi, perlopiù costituito da ovicaprini (63,5%), bovini (31%) ed equini (2,4%). In media il bestiame predato dal lupo ogni anno si aggira intorno allo 0,6% del bestiame complessivo monticato (0,8 per ovicaprini ed equini, 0,1 per i bovini). Ne consegue che ovicaprini ed equini (asini in particolare) rappresentano le tipologie di bestiame maggiormente selezionate dal lupo e quindi più vulnerabili.

L’81% delle predazioni è avvenuto in assenza di opere di prevenzione funzionanti a protezione dei capi predati.

Dall’analisi spaziale emerge che, nell’ultimo triennio, le aree a maggior impatto sono state Lessinia, Baldo, Bondone e Primiero. Per quanto riguarda le malghe, sono 13 quelle maggiormente colpite dal lupo nell’ultimo triennio. In particolare, 4 malghe hanno subito un impatto di tipo cronico (almeno un evento di predazione in ognuno dei tre anni), mentre 9 malghe hanno subito predazioni di tipo massivo (almeno 10 capi morti per evento di predazione).
Il 36% delle malghe censite è dotato di almeno un’opera di prevenzione a protezione del bestiame dai grandi carnivori (lupo e orso). Si tratta di opere utilizzate prevalentemente per la stabulazione notturna del bestiame (86%), in particolare reti mobili elettrificate (81%). In 41 malghe è inoltre presente almeno un cane da guardianìa, nella maggior parte dei casi in combinazione con qualche tipo di recinzione.

 

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