Piena della Sarca, gli ambientalisti: “Allacciamenti delle case non ancora a norma?”
Il 22 febbraio scorso si è tenuta una videoconferenza promossa dalla Provincia Autonoma di Trento per informare amministrazioni locali, popolazione e associazioni sugli interventi previsti nel basso corso della Sarca, con l’obiettivo dichiarato di migliorare le condizioni di sicurezza dopo i due eventi alluvionali verificatisi tra fine di agosto e inizio ottobre del 2020.
In merito all’incontro prendono posizione con un comunicato ufficiale le associazioni ambientaliste Amici della Sarca, Italia Nostra sezione di Trento, WWF Trentino, Comitato Salvaguardia Olivaia, Comitato Sviluppo Sostenibile, Rotte Inverse, Ledro Inselberg, “Riccardo Pinter”.
“La videoconferenza -scrivono in un comunicato – ha fornito scarse possibilità di confronto e interazione tra i partecipanti, non ha contribuito a fugare i numerosi dubbi e interrogativi che ancora restano aperti sulle cause dei recenti eventi alluvionali, sulle modalità di gestione del fiume e, soprattutto, sulle responsabilità e sull’efficacia degli interventi previsti nel prevenire analoghi eventi futuri. La presenza all’incontro dei responsabili del Servizio Bacini Montani ha consentito di chiarire come non sia corretta “la narrazione” che attribuisce al fiume e alla sua vegetazione la causa dell’esondazione nel tratto che attraversa la città di Arco, come erroneamente e semplicisticamente indicato dagli amministratori locali.
L’incontro – proseguono gli ambientalisti – ha evidenziato che gli allagamenti negli interrati degli edifici in via Fitta, che si trovano a quota inferiore al livello di piena del fiume, sono da attribuire a riflussi dai canali di sversamento di acque bianche nel fiume. Visto che è responsabilità del Comune la raccolta di acque nere e bianche, spetta a esso e non alla Provincia sanare questa situazione. In un accertamento commissionato dal Comune al Servizio Ripristino Ambientale della PAT, condotto dal 2005 al 2008, sono emersi molti casi di allacciamenti non a norma al sistema di raccolta fognaria comunale. È importante che l’amministrazione svolga una nuova indagine per verificare se le anomalie allora emerse sono state sanate e, nel caso, intervenire. La risoluzione di queste è determinante per il corretto funzionamento dei depuratori, messi in crisi quando devono trattare quantità significative di acque bianche che non vi dovrebbero confluire.
Un’altra criticità emersa nel corso dell’incontro virtuale – conclude il comunicato – è la presenza di costruzioni residenziali ed edifici con altre destinazioni d’uso nelle immediate vicinanze del fiume. Nel corso degli anni si è assistito alla crescita della popolazione che vive in prossimità della Sarca a causa delle scelte urbanistiche fatte nel tempo dalle amministrazioni che si sono succedute. La riduzione di questo fattore di rischio è di pertinenza delle amministrazioni pubbliche che possono e devono attivarsi per ampliare le fasce di rispetto fluviale e in questo modo, contenere all’esistente la densità abitativa nella zona, evitando la costruzione o l’ampliamento di nuovi edifici residenziali nonché l’insediamento di altre attività industriali o commerciali, in aggiunta alle esistenti, nelle immediate vicinanze del fiume. Né è accettabile, come accaduto anche in tempi recenti, vengano concesse deroghe per la costruzione di nuovi edifici o la ristrutturazione di esistenti all’interno della pur insufficiente fascia di rispetto larga 10 metri”.