“Piante morte e pericolose sul lungolago di Riva, abbattimenti urgenti”

Nicola Filippi25/11/20246min
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Tre ippocastani e due cipressi sul lungolago di Riva del Garda sono gravemente malati. Dovranno essere abbattuti, in tempi brevissimi. Per garantire la sicurezza e soprattutto mantenere inalterata la bellezza e la varietà dell’immenso patrimonio botanico della città. Questa “emergenza verde” emerge dalla perizia tecnico agraria effettuata dal dottor Giorgio Maresi della Fondazione Mach di San Michele all’Adige. Il ricercatore era stato chiamato in causa dallo stesso Comune di Riva dopo le puntuali e solerti segnalazioni dagli addetti delle Giardinerie comunali. Il sopralluogo dell’esperto è stato eseguito l’8 novembre scorso. La giunta Santi, su indicazione dell’assessore al patrimonio, sicurezza e qualità urbana Luca Grazioli, ha dato immediata operatività alla richiesta, individuando la ditta specializzata che effettuerà i tagli delle piante ormai giunte a fine ciclo. “Per ogni abbattimento – spiega l’assessore Grazioli – sarà valutata la specie di pianta per la sostituzione”. Gli “abbattimenti urgenti” sono due ippocastani nel parco di Villino Campi, un ippocastano e due cipressi ai Giardini all’Italiana di Punta Lido, dove sarà sostituito anche l’intero filare presente, tre cipressi e una palma, con quattro nuove piante di palme, “così da ricreare un filare uniforme”.

Nelle alberate di Villino Campi, l’ippocastano verso il lago mostra “un ampio degrado sul fusto e sul colletto – si legge nella perizia – alla base di questa pianta sono evidenti carpofori e micelio di Armillaria, indice di una ormai diffusa alterazione del colletto e dei contrafforti radicali. La pianta ‘segna’ in chioma, mostrando diversi rami, anche grossi, completamente secchi. Questo soggetto – sottolinea la perizia – va ritenuto estremamente pericoloso e va abbattuto quanto prima”. Anche la pianta accanto sarà eliminata, “troppo sbilanciata verso il lago, ha una chioma assimetrica ed esposta all’Ora”.

Le tre piante di “Aesculus hippocastanum” al Parco del Brolio in piazza Battisti “presentano chiome deboli per i vecchi tagli di potatura ed evidenti carie dalle ferite più prossime al castello – si legge nella perizia – Fortunatamente la situazione dei fusti e dei colletti è ancor buona e pertanto si può investire sul loro mantenimento: conviene operare una potatura leggera di contenimento ed alleggerimento della chioma, posizionando tra i rami più grossi dei consolidamenti dinamici con materiale tipo cobra”.

I due cipressi nel “Giardino all’Italiana” a Punto Lido sono problematici: “Uno dei due cipressi ha subito recentemente uno schianto di parte dei rami che formavano la chioma: la pianta ora è asimmetrica – afferma il dottor Maresi – ma soprattutto mostra un’estesa carie alla base dei rami rimasti. Ciò la rende fortemente a rischio di nuove rotture. Il cipresso verso il lago ha anch’esso una ferita con carie: è molto probabile che abbia una situazione analoga a quella della pianta schiantata, con carie cubica estesa sul fusto e sui rami, di difficile individuazione e soprattutto non gestibile con il rischio di schianti improvvisi. Si consiglia pertanto di sostituire entrambi i soggetti approfittando dell’occasione per ricreare un piccolo filare di tre/quattro nuovi cipressi”.

Le tre piante di “Aesculus hippocastanum” al “Centro Congressi”, al bordo dei Giardini all’Italiana, hanno subito nel tempo vecchi e pesanti interventi di potatura. Due sono ancora gestibili – sottolinea ancora il ricercatore della Fondazione Mach – ma richiedono il solito intervento di alleggerimento ed il posizionamento di alcuni cobra da 2 tonn fra i rami principali. Il terzo, posto più ad est vicino alla stradina, è ormai compromesso con colletto cariato ed attaccatura dei rami ormai completamente degradata. Vi è cresciuta una giovane palma e sono presenti corpi fruttiferi evidenti. Quest’albero non è più gestibile e va sostituito quanto prima”.

Quanto al nocciolo di Costantinopoli, questo può essere potato “su tutto il perimetro della chioma con taglio di ritorno, riducendo così la conflittualità con il giardino”, spiega ancora il dottor Maresi. “Occorre però rispettare la forma della pianta e non basarsi su interventi drastici legati ai confini – scrive – L’albero fornisce benefici e ombra anche alla stessa e che interventi drastici creerebbero problemi nel futuro. Con l’occasione andrebbero potate almeno dal secco anche le altre piante dell’alberata”.

“Il corbezzolo, ormai gigante, ha problemi al colletto ed all’attaccatura dei due fusti e non appare molto vitale – conclude – va ripulito dal secco e poi andrebbe studiato un consolidamento sul muro vicino evitare rotture improvvise del ramo che aggetta sul passaggio. La pianta va mantenuta perché di rara valenza. Può essere utile una concimazione organica”.

Infine, “la palma in via San Francesco mostra una fogliazione decisamente più ridotta delle altre: questo peggioramento potrebbe essere legato a problemi stazionali od ad attacchi del lepidottero delle palme che però non sembra presente – conclude la perizia – Va controllata in alto ed eventualmente concimata”.