Piano Sociale della Comunità Alto Garda e Ledro 2017-2020 approvato all’unanimità dal Consiglio
È stato approvato all’unanimità dal Consiglio della Comunità Alto Garda e Ledro il Piano Sociale 2017-2020 che contiene la rilevazione aggiornata dei bisogni sociali del territorio dell’Alto Garda e Ledro, l’analisi delle risorse presenti e le proposte/azioni da consolidare e innovative da attivare a risposta dei bisogni sociali rilevati. Il piano, presentato in aula dalla responsabile del Servizio socio-assistenziale della Comunità Costanza Fedrigotti e dalla coordinatrice del servizio, Andrea Scharf, ha ottenuto il consenso unanime del Consiglio.
Da sottolineare l’importante percorso partecipativo fatto nel corso dei mesi: agli incontri, ben 16 quelli effettuati nel 2017, hanno partecipato 77 persone esterne – provenienti dal mondo del volontariato, delle associazioni e delle cooperative – e 17 interne del Servizio Socio Assistenziale portando preziosi contributi tecnici. Durante il percorso sono stati attivati dei Tavoli Tematici/gruppi di approfondimento che hanno permesso di analizzare aree di bisogni e risorse del territorio, allargando il coinvolgimento e i punti di vista, negli ambiti definiti dalle linee guida provinciali: Lavorare, Educare, Abitare e Prendersi cura.
Tra i bisogni sociali del territorio dell’Alto Garda e Ledro sono state rilevati tematiche particolarmente rilevanti, tra cui: il picco dell’incidenza dei giovani disabili rispetto ai residenti; la fragilità familiare che, come dimostrano le statistiche, è testimoniata da un indice di instabilità matrimoniale pari al 4,1% , il più alto di tutta la provincia (il dato viene calcolato come rapporto fra numero di residenti divorziati e maggiorenni); l’Alto Garda e Ledro, inoltre, è il territorio, sulla base dei dati rilevati dai dati dei comandi Carabinieri, al secondo posto in Trentino come incidenza di denunce di violenza verso le donne sul numero delle cittadine residenti; l’aumento della cosiddetta «area grigia», rappresentata dalla popolazione più vulnerabile e da nuclei familiari impoveriti che difficilmente si rivolgono ai servizi offerti dalla Comunità.Altro elemento importante riscontrato è quello della casa: causa affitti molto alti e spesso insostenibili, le famiglie dell’Alto Garda e Ledro fanno fatica a trovare una residenza stabile.
Il piano, oltre all’analisi dei bisogni, prevede una serie di azioni per ogni ambito, tra le quali: realizzazione di una mappatura degli immobili liberi sul territorio dell’Alto Garda e Ledro, in collaborazione con l’ufficio di piano della Comunità; sostenere progetti sperimentali di cohousing e residenzialità leggera promossi dal terzo settore o altri, in collaborazione con le famiglie, che permettano il mantenimento dei cittadini con fragilità sul territorio, sia cohousing tra “medesime categorie” di cittadini sia tra “diverse categorie”; sostenere e attivare iniziative/servizi a favore della genitorialità rispetto l’intero ciclo di vita, di prevenzione, promozione e inclusione sociale per famiglie e minori, di conciliazione tempi di vita-tempi di lavoro; sostenere iniziative anche innovative per supportare le fragilità di coppia, familiari e minorili; favorire l’inserimento lavorativo di cittadini non ancora entrati o fuoriusciti dal mercato del lavoro delle categorie deboli, favorire la rete tra istituti scolastici e mondo del lavoro; sostenere la disponibilità all’inserimento tramite tirocini a favore di portatori di disabilità e persone svantaggiate; sostenere il marketing sociale.
«Si tratta di un documento importante e di altissimo profilo – osserva il presidente della Comunità Alto Garda e Ledro Mauro Malfer -. È un piano sociale dinamico, che subirà diverse implementazioni. Il documento è maturato grazie a un confronto molto costruttivo a cui hanno partecipato tutti gli stakeholders». «L’Autorità sulla partecipazione ha certificato con esito positivo il nostro lavoro, per come è stato impostato – spiega l’assessore alle politiche sociali della Comunità Patrizia Angeli -. Il piano sociale è uno strumento cardine, abbiamo riscontrato nella nostra comunità grande appartenenza sociale e civile».
«Un piano molto corposo che contiene principi molto importanti e dati che fanno riflettere» osserva la consigliera di minoranza Emanuela Lorenzi. «Importante focalizzare l’attenzione sulla tematica della violenza sulle donne».