Patone, il nuovo hub dei rifiuti. Marocchi: “Un progetto che cambia la prospettiva del territorio”

L’Alto Garda e Ledro è pronto a fare un passo decisivo nella gestione dei rifiuti. L’area di Patone, a nord di Arco, diventerà infatti il futuro Centro Raccolta Materiali integrato, un’infrastruttura capace di rispondere alle esigenze di un territorio cresciuto e sempre più orientato alla sostenibilità. Se i CRM oggi in funzione mostrano ormai i limiti strutturali di impianti progettati vent’anni fa, il nuovo hub promette di ridisegnare il modo in cui cittadini e imprese conferiscono e smaltiscono i materiali.
Il quadro tecnico: cosa dicono Gelmini e Marocchi a “L’Adige”
Le prime conferme arrivano dalle parole raccolte dal quotidiano L’Adige. La dirigente del servizio rifiuti della Comunità di valle, Annalisa Gelmini, spiega la fase iniziale del progetto: «In una prima fase l’area sarà utilizzata per la logistica delle società appaltatrici e come deposito dei container oggi collocati su aree private. Questo utilizzo durerà undici mesi. Poi si aprirà la fase di progettazione e realizzazione del Centro raccolta integrato», chiarisce Gelmini, indicando un percorso graduale ma ormai tracciato.
Sempre a L’Adige, il presidente Giuliano Marocchi sottolinea l’importanza del via libera provinciale e degli effetti economici della riorganizzazione:
«Abbiamo avuto una forte accelerazione sul tema dell’impianto di Patone. La Comunità risparmierà circa 45 mila euro all’anno grazie alla dismissione delle aree private. E stiamo dialogando con Provincia e Agenzia per la depurazione perché si facciano carico della realizzazione del Centro integrato, un’opera da quasi 4 milioni di euro», evidenzia Marocchi.
Queste dichiarazioni delineano lo scenario tecnico, i tempi e il quadro economico. Ma è nelle parole che Marocchi affida alla redazione de La Busa online che emerge il senso più profondo del progetto.
“La gestione rifiuti è il cuore della nostra agenda”: la visione di Marocchi
Nell’intervista rilasciata a La Busa online, il presidente della Comunità di valle adotta un tono più ampio e strategico: il nuovo centro di Patone non è solo un’opera, ma un tassello di cambiamento culturale. «Il tema dei rifiuti e la loro gestione è sempre stato il focus centrale della nostra agenda dei lavori, dei nostri obiettivi in Comunità di valle, mio personale ma anche di tutto l’esecutivo», afferma Marocchi, indicando chiaramente che il tema non è episodico né tecnico, ma prioritario.
Il presidente sottolinea come l’ente stia concentrando energie e risorse per superare le criticità attuali: «Stiamo mettendo in campo una serie di iniziative e tutte le energie per trovare le soluzioni migliori».
Il suo approccio lega la dimensione culturale e quella operativa: «È innegabile che serva un messaggio culturale, ma al contempo gli strumenti operativi per fare sempre più differenziata e alzare la qualità del rifiuto. È necessario dare risposte pratiche a cittadini, imprese e aziende».
Non è un caso che Marocchi legga il progetto di Patone come il naturale sbocco di un percorso istituzionale lungo e condiviso: «Era da tanto tempo previsto dal Piano provinciale, approvato anche dal Comune di Arco. Ora noi, come Comunità di valle, l’abbiamo formalizzato ed è motivo di soddisfazione. È un bell’accordo quello che abbiamo fatto con la Provincia».
Patone come cardine del nuovo modello territoriale
Se per L’Adige Marocchi e Gelmini hanno fornito coordinate tecniche e operative, nella conversazione con La Busa online il presidente offre la cornice: la gestione rifiuti come investimento culturale, economico e ambientale.
Il Centro integrato di Patone, con tempi stimati fra i due e i tre anni per la piena operatività, diventerà il luogo in cui confluire:
– materiali oggi non conferibili nei CRM attuali;
– quantità maggiori di inerti, ramaglie e pneumatici;
– una logistica moderna che eliminerà costi ricorrenti e inefficienze.
L’opera colmerà un vuoto che da anni pesa sulla Busa, offrendo un’infrastruttura finalmente adeguata alle esigenze di un territorio in evoluzione.
Una svolta non solo infrastrutturale
Nelle parole del presidente Marocchi emerge un obiettivo più ambizioso: trasformare la gestione rifiuti in un processo condiviso, più efficiente e culturalmente avanzato.
Patone non sarà solo un nuovo impianto, ma l’hub attorno al quale sviluppare un modello moderno di sostenibilità locale.
Una scelta che guarda al futuro e che, dopo anni di discussioni e attese, inizia finalmente a prendere forma.
Nicola Filippi










