Parco Arciducale, faccia a faccia con il comitato di Stranfora sullo stato dei lavori

Nicola Filippi10/08/20244min
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È stato un faccia a faccia schietto per fare chiarezza, una volta per tutte, sullo stato dell’arte dei lavori al Parco Arciducale di Arco. In sala Giunta, una piccola delegazione del comitato spontaneo del rione Stranfora – che aveva avviato una raccolta firme per chiedere l’intervento della Provincia (leggi) – ha incontrato il vicesindaco di Arco, Roberto Zampiccoli. “Mi aspettavo una forte presenza di concittadini, invece sono arrivati solo tre rappresentanti – spiega il vicesindaco e assessore alle opera pubbliche della giunta Betta – con loro ho voluto rileggere la lettera che avevano allegato alla raccolta firme e ho dato loro le spiegazioni, rettificando anche le inesattezze”.
Nella lettera, i residenti di Stranfora parlavano di distruzione di piante e di bosco, di cementificazione, di alterazione degli spazi.
“Con loro ho ripercorso tutto il progetto di riqualificazione dell’Arboreto – spiega ancora Zampiccoli – portando ad esempio i Giardini Botanici di Villa Taranto, sul lago Maggiore. Un parco storico eccezionale. Là ci sono serre, dieci volte più grandi di quelle di Arco, e anche quelle hanno una muratura in cemento e i viali sono pavimentati con lastre di porfido”. Le serre in ferro e vetro del Parco Arciducale di Arco, prodotte artigianalmente da fabbri specializzati, richiameranno le strutture di Limone e saranno ricoperte di intonaco storico, “per non far percepire il pilastro in cemento armato, così come i pilastri saranno 30×30, come a Limone sul Garda, che risalgono ai primi del Seicento ed erano in tufo”.
Tutti i nuovi percorsi nell’Arboreto sono stati creati in ghiaia, perfettamente permeabili, purtroppo però non saranno percorribili da disabili. La scelta è stata imposta, spiega Zampiccoli, “ma non mi sembra una bella idea”.
Sul patrimonio vegetale altra precisazione. “Non è stata toccata alcuna pianta, è stata solo spostata la posizione di una serra perché eravamo troppo vicini alle radici della pianta di avogado, l’abbiamo traslata dopo il consenso della Sopraintendenza e del Muse”.
E la cementificazione? “Parlavano del gabbiotto che è stato costruito in fondo al parco che diventerà magazzino per gli attrezzi dei giardinieri, spostandolo dalla posizione attuale vicino ai servizi pubblici. Sarà ipogeo, così si mitigherà meglio con l’ambiente”. I blocchi di cemento che ospitano i pali dello schermo gigante del cinema d’estate non sono stati toccati.
“Non abbiamo tagliato una pianta, nemmeno un cespuglio – conclude il vicesindaco Zampiccoli – Anzi, su indicazione del Muse, metteremo a dimora 5mila nuove piantine, fra piante d’alto fusto, cespugli e erbe aromatiche”.
I lavori all’interno del Parco Arciducale proseguiranno per tutto l’autunno. L’obiettivo è terminare entro l’anno, “perché ci scade il tempo del PNRR e non vogliamo perdere il contributo”.

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