Palme morte, conferimento al Crm di Nago fino al 15 febbraio
Morte a causa del castnide delle palme, ce ne sono ancora tantissime, in giro per l’Alto Garda. Così arriva una nuova proroga per lo smaltimento dei tronchi, al Centro di raccolta di Nago, in località Mala, allestito dalla Comunità di valle, in collaborazione con i Comuni dell’Alto Garda. Le utenze private potranno smaltire palme morte fino al 15 febbraio.
Rimane invariata la quantità massima ammessa di circa due metri cubi al giorno, con i tronchi che vanno tagliate in spezzoni da circa 50 centimetri.
Il centro di Nago è aperto nei seguenti orari:
– lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle ore 9 alle ore 12;
– mercoledì e sabato dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 14 alle ore 17.
Il fogliame delle palme si potrà invece conferire negli altri Centri di raccolta (che non accettano i tronchi).
Informazioni
Ufficio tecnico della Comunità di valle Alto Garda e Ledro: 0464 571741
Sul castnide delle palme
Com’è ormai noto, il castnide delle palme (Paysandisia archon), lepidottero di origine sudamericana giunto recentemente in Europa, ha infestato anche l’Alto Garda, causando danni molto rilevanti alle palme. Le larve di questa farfalla scavano gallerie all’interno del fusto e sulle foglie, causando un generale deperimento della pianta e portandola alla morte. Per coordinare le attività di contrasto a questa emergenza, destinata a modificare il paesaggio altogardesano, è stato istituito un tavolo di lavoro dove siedono la Comunità di valle e i Comuni interessati, e al quale hanno portato le loro competenze sia la Provincia sia la Fondazione Edmund Mach.
Indicazioni
Per arginare i danni causati dal castnide delle palme è possibile in primo luogo procedere con trattamenti fitosanitari sulle piante ancora in buono stato, affidandosi a esperti nel settore. Per le piante che risultano compromesse e con evidente stato di sofferenza vegetativa, invece, l’unica soluzione è procedere al taglio e allo smaltimento del tronco, così da allontanare le larve e le future farfalle, che a loro volta diffonderebbero nuovamente altre larve. Solo un’azione di taglio capillare e estesa a tutto il territorio, infatti, può consentire di ridurre la propagazione del lepidottero e garantire il salvataggio delle piante sane.