Overtourism sul Garda: allarme sociale anche ad Arco e Riva del Garda

Il turismo sul lago di Garda non conosce rallentamenti, ma nei territori dell’Alto Garda cresce la consapevolezza che il successo turistico ha un prezzo. Un prezzo che oggi, secondo amministratori e cittadini, rischia di diventare troppo alto. La crescita delle presenze – +24% a Riva del Garda in dieci anni, +19% in media sulla sponda trentina – si accompagna a effetti collaterali che colpiscono i residenti: aumento del costo della vita, difficoltà a trovare casa, congestione del traffico, pressione sui servizi.
A lanciare un grido d’allarme è stato nei giorni scorsi il sindaco di Riva del Garda, Alessio Zanoni, intervenuto in un servizio della Rai regionale assieme al presidente dell’Apt Garda Trentino, Silvio Rigatti. “Gli appartamenti destinati agli affitti brevi stanno erodendo in modo drammatico la possibilità per i residenti di trovare casa – ha dichiarato Zanoni –. Siamo di fronte a una vera emergenza sociale. Il problema è che i sindaci non hanno strumenti per intervenire, dopo che una sentenza del Consiglio di Stato ha bocciato il tentativo del Comune di Sirmione di regolamentare gli affitti.”
Rigatti ha sottolineato un dato emblematico: “Negli ultimi vent’anni sono diminuiti i posti letto negli alberghi, mentre gli affitti brevi sono esplosi. Questo ha un impatto evidente sull’abitabilità del territorio.”
Anche Arco si mobilita: “Non demonizzare il turismo, ma serve equilibrio”
Il dibattito sul turismo e i suoi effetti ha coinvolto, lo scorso aprile, anche la comunità di Arco, dove si è tenuta una partecipatissima serata pubblica intitolata “Turismo sì, e noi? Tra equilibrio e regole”, promossa dalla lista civica Olivaia e sostenuta dalla coalizione “Arco che vorrei”, oggi alla guida del Comune con la sindaca Arianna Fiorio.
Durante l’incontro, tenutosi nella Sala Caproni del Casinò, si è parlato apertamente di overtourism, cercando un punto di equilibrio tra sviluppo turistico e qualità della vita. “Non vogliamo demonizzare il turismo – hanno detto gli organizzatori – ma analizzare gli effetti negativi di un modello che inizia a mostrare le sue crepe: mancanza di case per i residenti, traffico, degrado urbano e consumo del territorio.”
La dottoressa Carola Stefenelli, esperta in management del turismo, ha presentato alcuni dati della sua ricerca accademica: “La percezione dei residenti della Busa mostra picchi di stress in corrispondenza delle ondate turistiche. Nago, Riva e Arco sono tra i territori più esposti. Il messaggio è chiaro: siamo andati oltre. Ambiente, economia e società non sono più in equilibrio.”
La sindaca Fiorio ha rimarcato la necessità di azioni concrete, pur ammettendo che le soluzioni strutturali richiedono un impegno politico a livello provinciale e statale, concetti oggi ribaditi anche dal sindaco di Riva. “Le responsabilità sono anche individuali – ha detto –. I più colpiti sono i giovani, che non riescono a trovare casa e indipendenza, e gli anziani, sempre più numerosi e bisognosi di servizi adeguati.”
A portare il punto di vista dei giovani è stato Alessandro Manara, della lista “Domani – Giovani in azione”, oggi delegato dalla sindaca Fiorio alle attività di promozione della partecipazione effettiva e attiva dei giovani alla vita politica, sociale e culturale del territorio, compresi i rapporti con il Centro giovani Cantiere 26: “Non siamo sfaticati – ha detto – ma spesso ignorati. Vogliamo contare e partecipare alla costruzione della comunità.”
Un fronte sempre più ampio
Il tema dell’overtourism è stato al centro anche della recente tappa veneta della campagna “Goletta dei Laghi” di Legambiente, che ha messo nero su bianco dieci proposte per contrastare l’eccessiva pressione turistica nei comuni gardesani: dalla regolamentazione degli affitti brevi, alla diversificazione dell’offerta turistica, passando per il coinvolgimento attivo dei residenti e l’adozione di limiti di carico turistico.
“Troppi turisti in troppo poco spazio – avvertono i rappresentanti regionali di Legambiente – significano meno vivibilità per chi ci abita, servizi al limite e un ambiente sempre più fragile. Serve un turismo più responsabile, capace di portare benefici duraturi.”
Una sfida comune
Dai sindaci ai cittadini, dagli operatori turistici ai giovani, emerge un fronte comune che chiede una svolta: non fermare il turismo, ma governarlo, per evitare che il Garda diventi una cartolina svuotata di vita locale.
“Il rischio – concludono gli amministratori – è che a forza di attirare visitatori si perdano i residenti. E senza comunità, un territorio smette di essere vivo.”