Nucleo Investigativo dei Carabinieri, arriva il comandante Borettaz

Redazione29/08/20222min
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Dopo essere stato per tre anni al Comando del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trento, il Maggiore Cosimo Vizzino lascia il Trentino alla volta di Napoli.
Al suo posto è giunto il Maggiore Piermarco Borettaz, proveniente dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cremona. Originario della Valle d’Aosta, nel corso della sua carriera è stato Comandante di Plotone presso lo Squadrone Eliportato “Cacciatori” di Calabria con sede a Vibo Valentia, un reparto di élite dell’Arma dei Carabinieri impegnato nella lotta alla ‘ndrangheta ed in particolare nella ricerca dei latitanti. Inoltre ha rivestito la carica di Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Susa (TO), un reparto particolarmente impegnato nei servizi di Ordine Pubblico legati alle manifestazioni del movimento “NO TAV”, infine Comandante delle Compagnie di Gardone Val Trompia (BS) e di Vibo Valentia, quest’ultima gravitante su un territorio ad altissima densità mafiosa.
Il maggiore Vizzino, invece, dopo tre anni a Trento, assumerà il comando del Nucleo Informativo del Comando Provinciale partenopeo ove continuerà a occuparsi di criminalità organizzata ma anche eversione e terrorismo. Nella nostra provincia ha svolto diverse le indagini condotte sotto il coordinamento dell’Autorità giudiziaria tridentina. Tra le principali operazioni si ricordano la “Maestro” nel dicembre 2020, che ha consentito di smantellare un’organizzazione criminale dedita al traffico di eroina. Proprio in questi giorni le autorità spagnole hanno comunicato di aver arrestato l’ultimo dei 23 appartenenti che, all’epoca sfuggito alla cattura, è stato ora raggiunto dal Mandato di arresto europeo e ieri è stato estradato in Italia per scontare la misura cautelare. Nell’ottobre 2021 l’ufficiale ha portato a termine l’operazione “Acqua verde” che consentito di smantellare l’intera filiera di approvvigionamento della marijuana spacciata nelle piazze di Trento. Lo stupefacente era importato in Italia dall’Albania, attraverso il canale di Otranto, raggiungeva Roma e da qui era riversata sulla capitale e su tutto il nord est.


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