Mobbing, le implicazioni psicologiche, giuridiche e organizzative

Redazione16/10/20222min
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Dopo il convegno a Bolzano il 29 settembre, si è svolto a Trento il secondo appuntamento dedicato al tema del mobbing, nato da una collaborazione tra la Consigliera di Parità della Provincia Autonoma di Bolzano, il Consigliere di Parità della Provincia Autonoma di Trento e le Commissioni pari opportunità delle due Province.
Entrambi gli incontri hanno suscitato grande interesse, con la partecipazione di quasi 350 tra lavoratori e lavoratrici, datori e datrici di lavoro, rappresentanti sindacali e persone interessate.
L’obiettivo è stato quello di mettere in luce il fenomeno del mobbing da tutti i punti di vista: è stato spiegato il concetto di mobbing, comprese le diverse fasi e forme del fenomeno e sono state illustrate le forme di tutela possibili. Inoltre, è stato fornito uno sguardo di genere sul fenomeno e sono stati evidenziati gli strumenti giuridici a disposizione delle persone direttamente interessate
Nel seminario è stato spiegato come si possa riconoscere il mobbing all’interno dell’azienda e sono state illustrate anche le responsabilità dal punto di vista giuridico. Nel suo saluto introduttivo il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ha sottolineato, anche alla luce della sua esperienza professionale pregressa come sindacalista, quanto sia importante inquadrare correttamente il mobbing.
Entrambi gli incontri si sono conclusi con informazioni fornite dalla consigliera di parità Morandini e dal consigliere di parità Borzaga, che hanno indicato a chi si possono rivolgere lavoratrici e lavoratori, datrici e datori di lavoro e responsabili di aziende nei territori di Bolzano e Trento.
Dal punto di vista giuridico, è compito di entrambi gli uffici dei garanti informare, fornire consulenza o intervenire in altro modo sulle questioni di mobbing, straining o altre forme di violenza sul posto di lavoro. Entrambi sono convinti che in questa materia sia necessario un maggiore lavoro di prevenzione, perché “il mobbing può avere conseguenze negative anche per la datrice o il datore di lavoro e l’azienda”, ha concluso Borzaga.

 


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