Messner: “Euregio, un’idea forte per affrontare presente e futuro”

Redazione15/05/20235min
Dialogo con Messner, Teatro Sartori

 

La quinta edizione della “Festa dell’Euregio – Euregio Fest” è culminata con l’incontro “L’Euregio secondo Messner – A colloquio con il Re degli Ottomila”.
Euregio significa montagna viva, montagna che vuole e pretende di avere un futuro e Reinhold Messner è un personaggio che incarna appieno queste aspirazioni.
Reinhold Messner, primo alpinista che è riuscito a salire tutti “gli 8.000”, è colui che ha portato per il mondo la nostra terra, la nostra immagine e il nostro carattere. Adeguate ed innegabili competenze per dare una giusta lettura al percorso dell’Euregio, nato ufficialmente nel 2011 e che si trova oggi a vivere una maturità tra la storia passata e la contemporaneità sempre più contaminata da problematiche future.

“All’inizio – ha spiegato Messner – ero scettico sull’Euregio, soprattutto per la diversità dei gruppi appartenenti, ma era innegabile che si trattasse di un’idea forte per chi aspirava ad un Tirolo storico declinato in un’era moderna. Già da bambino avevo capito che il Tirolo andava oltre i suoi reali confini e ancora oggi auspico che le nostre culture diventino sempre più unite. Abbiamo una grande storia in comune, che abbraccia un territorio che dal Trentino arriva al Tirolo del Nord, senza dimenticare il Fodòm che faceva parte del vecchio Tirolo. Abbiamo come comune denominatore il paesaggio – ha detto ancora Messner – che ci invita nel perseguire un’azione unitaria per la sopravvivenza della montagna. Abbiamo un territorio unico e straordinario nel cuore della grande Europa e solo insieme possiamo avere la forza necessaria per tutelare un territorio triculturale e trilingue”.

“La natura non fa errori – ha affermato Messner – è l’uomo che può fare errori, anche se l’uso dell’energia fossile che ha sostenuto l’invenzione dell’industria moderna non si può dire che sia stato un male voluto. Non era possibile prevederne le conseguenze e va detto che il riscaldamento globale influisce solo parzialmente su questo tipo di eventi. Ecco perché è importante che i giovani d’oggi – ha sottolineato l’alpinista – siano consapevoli delle radici della ricchezza di cui godono nella modernità. Essi devono conoscere la storia, devono studiarla, portare progetti e correzioni, non mera critica”.

Il rispetto della natura è uno stile di vita. Lo “stile alpino” di Reinhold Messner fonda le proprie radici proprio nella sostenibilità. “Ho iniziato giovanissimo a fare roccia – ha raccontato Messner – e a 20 anni avevo già affrontato le vie più difficili. La perdita delle dita dei piedi mi impedì di arrampicare. Da qui il passaggio da rocciatore ad alpinista di alta quota, ma non potendo permettermi le grandi spedizioni, ho trovato un mio stile: fare grandi cose con il massimo risparmio. È così che sono riuscito in grandi imprese con il minimo delle risorse, dove il mio vero successo non era tanto la meta, ma il racconto in sé. Risparmiare liberalmente dà senso alla vita – ha detto Messner – se consumo meno e lo faccio liberamente, questo mi dà gioia e forza. Se invece si è costretti a risparmiare, non ci saranno le stesse risposte di un atto liberale”.

Dopo l’ambiente e la sostenibilità, due altri grandi temi affrontati da Messner sono stati la risorsa acqua: “La fortuna di essere territorio di sorgenti non ci toglierà da una problematica futura legata all’uso dell’acqua per l’irrigazione – ha detto – e la convivenza con i grandi carnivori. Bisogna allontanare un animale aggressivo che entra in aree abitate” ha affermato Messner spiegando come 120 anni fa, nelle Alpi, abbiamo allontanato il lupo e l’orso per la pace di animali e persone“. Il tema della convivenza dunque deve affrontare anche quello della tutela di una montagna che si vuole viva ed abitata. “Se la politica non accetta il fatto di togliere questi animali – ha affermato l’alpinista – quei contadini che tutelano il paesaggio lasceranno la montagna. Gli animalisti, che sono cento volte di più dei contadini che curano la nostra terra, devono capire che la pecora è un animale da difendere tanto quanto l’orso e il lupo”.

 


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