Martiri 28 giugno: celebrato nell’Alto Garda l’81° anniversario

Redazione29/06/202511min
martiri 2025 45 Nago


 

Una lunga giornata di lutto e memoria, come sempre molto partecipata, con la ferma espressione di un netto no a ogni guerra. I Comuni di Arco, Nago-Torbole e Riva del Garda hanno celebrato in modo congiunto l’81° anniversario dell’eccidio nazista del 28 giugno 1944. Con, in più, l’intitolazione della sezione rivana dell’Associazione nazionale carabinieri, in piazzale Mimosa, al brigadiere Antonio Gambaretto.

La giornata di commemorazioni è iniziata come di consueto a Riva del Garda alle 8 in punto con i tradizionali rintocchi a lutto della Renga, la campana della torre civica Apponale, presenti il sindaco Alessio Zanoni e un’ampia rappresentanza di Giunta e Consiglio, delle Forze dell’ordine e Associazioni combattentistiche, oltre che alcuni ex partigiani e parenti delle vittime. Per l’Anpi c’erano tra gli altri il presidente della sezione del Trentino Mario Cossali e di quella dell’Alto Garda e Ledro Gianantonio Pfleger. Presenti anche due ex sindaci: Claudio Molinari e Paolo Matteotti.

 

 

L’iniziativa è nata dalla proposta di un gruppo di cittadini rivani, accolta all’unanimità dal Consiglio comunale nel settembre del 2003, a ricordo perenne dei Martiri. Come consuetudine, ai rintocchi della torre civica ha fatto seguito la deposizione di una corona di alloro alla lapide nella loggia pretoria. In questa occasione il presidente Gianantonio Pfleger a nome della Anpi Alto Garda e Ledro ha consegnato al capitano Stefano Marchese, comandante del Nucleo operativo radiomobile dei carabinieri di Riva del Garda, un quadro con la foto del brigadiere Gambaretto da esporre in caserma.

A seguire, corone di alloro sono state deposte al sacrario dei Caduti e alla stele dei Martiri al cimitero del Grez, e ai tre cippi intitolati a Gastone Franchetti, Eugenio Impera e Enrico Meroni. Alla stele dei Martiri, l’intervento di Mario Cossali: «Non è un rituale – ha detto – ma un dovere morale, ricordare queste persone che hanno dato la vita per la nostra libertà. Conservare la memoria vuol dire dare concretezza e vitalità al significato della loro vita e del loro sacrificio. Una concretezza attuale: essere dalla parte della Resistenza oggi vuol dire essere dalla parte delle vittime delle guerre di oggi, a Gaza come nel Congo, in Ucraina come nel Sudan e nel Myanmar».

Alle 10.30 in piazza della Mimosa a Riva del Garda è iniziata la cerimonia di intitolazione. Originario di San Giovanni Ilarione in provincia di Verona, dove nacque il 31 gennaio del 1913, il sottufficiale dei carabinieri Antonio Gambaretto in quel tragico 28 giugno del 1944 si trovava in servizio alla caserma di Riva del Garda, dove fu barbaramente trucidato, trentunenne, in seguito a una delazione sulla sua preziosa attività di ricerca e fornitura di notizie sulla consistenza, sulla dislocazione e sui movimenti dei reparti occupanti, che contribuì a salvare numerose vite umane.

Tra i presenti, anche diversi nipoti di Gambaretto: i cinque fratelli Alessandro, Almerina, Augusto, Mariateresa e Silvia, e i due fratelli Corimbo e Lidovina. Tra le autorità civili si sono aggiunti il sindaco Gianni Morandi e la vicesindaca Sara Balduzzi. Per la polizia locale c’era il comandante Filippo Paoli.

Tra gli interventi, quello del sindaco Alessio Zanoni, che ha parlato della storia come di un contenitore da cui sta a noi estrarre il meglio in termini di esempio positivo e modello a cui ispirarsi.
L’intitolazione, ha detto, tra l’altro, il presidente della locale Associazione nazionale carabinieri Maurizio Giuseppe Tondi, «vuole suggellare definitivamente il sacrificio del brigadiere Antonio Gambaretto ricollocandolo a pieno titolo tra gli eroi dell’Arma che hanno sacrificato la propria vita per il bene della collettività, per l’interesse comune, per ribadire con l’esempio il valore della libertà dei popoli e della democrazia».

Alle 16.30 a Nago la cerimonia congiunta è iniziata al monumento alla Pace in via Scipio Sighele. La giornata si è conclusa con un momento conviviale a cura dal Gruppo Alpini di Nago.