Marmolada, Chico Forti: “Quante volte ho attraversato quel ghiacciaio…”

Fabio Galas08/07/20223min
chico forti Snowboard

La notizia della tragedia provocata dalla valanga di neve e ghiaccio sulla Marmolada è arrivata anche a Chico Forti, varcando l’oceano e superando i muri del carcere di Miami dove si trova richiuso ormai da 21 anni. Un evento che lo ha colpito in quanto grande appassionato, oltre che di vela, anche di montagna.
Chico ci ha inviato un toccante messaggio dove esprime il suo cordoglio ai familiari delle vittime ed elogia il grande lavoro dei soccorritori, con un riferimento alla sua vita in prigione in attesa della sua estradizione in Italia, data per certa ormai due anni fa.
“Maestoso, all’apparenza più solido della diga di Santa Giustina – ci scrive – Quante volte ho scalato la Marmolada, nostra Regina delle Dolomiti, la vetta più alta, più conosciuta, inscalfibile dagli elementi naturali, ma non dall’uomo. Era necessaria una tragedia come questa per mettere in evidenza quanto abbiamo alterato ed inquinato il clima del nostro pianeta?
Tanto dolore e sofferenza nella mia terra natale rappresentano un macabro memorandum di quanto fragile sia la vita. Ho saputo della tragica notizia dal mio caro amico Massimo Cestari di Predazzo, specializzato nell’addestramento dei cani da soccorso e mio insegnante epistolare sul comportamento animale in quanto, nel carcere dove mi trovo, sono addetto al canile. Il soccorso è parte del suo codice genetico. Da Canazei, Predazzo, Moena e dall’intera valle, incuranti del rischio e del maltempo, si sono immediatamente mossi i soccorritori, veri eroi senza protagonismo. La speranza di riuscire a salvare anche solo una delle vittime è stata vana, eppure conosco la resilienza, la perseveranza e la tenacia della mia gente, degli italiani uniti per aiutare. L’ho sperimentato sulla mia pelle, so che al di là dell’umanamente impossibile per voi non esiste l’intentabile. Il mio cane Cbutney – prosegue la missiva di Forti inviata a la Busa – mi stava osservando (è il suo passatempo favorito) ed ha recepito il mio dolore nell’apprendere della tragedia, come volesse offrirsi volontario anche lui per andare ad aiutare, a soccorrere. Oltre alla permanente solidarietà e supporto di un’intera nazione, avere questo incredibile quadrupede al mio fianco mi è di grande aiuto. Per quanto bene io gli voglia, lui reciproca esponenzialmente. L’effetto cumulativo di tanto amore inequivocabilmente puro è la mia sopravvivenza. Benigna ironia della sorte: sei mesi fa ho salvato Chutney dall’eutanasia, ora è lui che mi aiuta a lottare per la mia libertà, per la mia vita”.

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