Caprioli sbranati dai lupi a Cavedine, Fugatti: “Servono linee guida di gestione”
Alcuni giorni fa avevamo dato notizia dell’avvistamento di un branco di lupi in Valle di Cavedine, in alta montagna sotto la “Rocchetta” a monte dell’abitato di Vigo, probabilmente provenienti da Sud (Baldo e Lessinia). A confermare la loro presenza attiva sul territorio sono state trovare alcune carcasse di capriolo sbranate dai lupi nelle vicinanze del paese di Vigo Cavedine. La notizia si è subito diffusa fra gli abitanti, alzando la guardia sulla pericolosità incombente per le persone soprattutto nelle abitazioni isolate ai margini del bosco dove sono stati trovati i resti. Un capriolo semisepolto dalla neve ai margini della strada in località Luch – Masi di Vigo, un altro in località “Vigne” alla periferia nord-est del paese ed uno in località “Limende”, la propaggine collinare del monte Gaggio che scende verso Drena. Secondo i cacciatori del posto è probabile che gli ungulati, come i caprioli, siano scesi a valle a causa dell’ultima nevicata e che di conseguenza anche i lupi, da qualche tempo stanziali sul versante di questa montagna, hanno seguito le loro prede.
Rimanendo in tema il Commissario del Governo, prefetto Gianfranco Bernabei, ha presieduto l’altro giorno una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, alla quale hanno partecipato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, il dirigente del Dipartimento protezione civile, foreste e fauna Raffaele De Col, i vertici delle Forze di polizia territoriali, i rappresentanti del Corpo forestale del Trentino e i sindaci di Ala, Avio, Samone e Vallarsa (Luca Costa). In questi territori si sono infatti verificate recentemente alcune predazioni ai danni del bestiame a ridosso dei centri abitati.
“Non esiste soltanto un rischio per l’economia agricola e di montagna del nostro territorio – ha osservato il Presidente della Provincia – ma anche per la sicurezza delle persone alla luce del sempre più frequente avvicinamento alle case di branchi e singoli esemplari di lupo”.
Fugatti ha dunque auspicato un’accelerazione sul fronte della definizione del piano per la gestione del lupo, con l’avvio della sperimentazione in provincia di Trento delle relative linee guida, come prospettato dal ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani.
Secondo i dati riportati dal dirigente del Servizio faunistico Giovanni Giovannini, gli ultimi monitoraggi hanno confermato la presenza di oltre 20 branchi di lupo in Trentino (in aumento rispetto ai 17 del 2020), che possono essere composti da un numero minimo di 3 e da un massimo di 13 esemplari.
Nel 2021 sul territorio provinciale (in particolare sui pascoli, ma anche vicino ai paesi) i lupi hanno compiuto circa 150 episodi di predazione, per un totale di 407 capi uccisi, 86 feriti e 128 scomparsi. De Col ha evidenziato come ogni branco costi all’ente pubblico mediamente 10 mila Euro l’anno in termini di risarcimenti di bestiame e dotazione di strumenti di difesa come recinti elettrificati e cani da guardiania.