Lago di Tenno: al via i lavori per il ponte tibetano, ma una voce è contraria
Sono partiti i lavori di costruzione di un ponte in stile “tibetano” che collegherà le due sponde del rio Secco, affluente del lago di Tenno, realizzato e finanziato dal Servizio Occupazione Valorizzazione ambientale della Provincia Autonoma di Trento. Un’opera realizzata per mettere in sicurezza il passaggio che diventa difficoltoso quando è maggiore la portata dell’acqua anche se, quando il torrente è in secca, può essere attraversato a piedi. Diverse segnalazioni erano arrivate infatti da parte di escursionisti che si erano trovati in difficoltà nel guadare il fiume sui sassi scivolosi. Il Comune di Tenno si è occupato della progettazione e la stesura delle autorizzazioni ambientale, paesaggistica, fluviale, urbanistica e dei Bacini montani, rendendo attuativo il progetto del ponte inserito nel contesto della Riserva Locale di Area Protetta, la prima del Trentino partita da un Comune, con l’intento di tutelare l’area del lago.
Ora si stanno realizzando le spalle in cemento di sostegno, poi i lavori saranno sospesi fino alla fine di agosto per non disturbare il traffico turistico. Da settembre il cantiere tornerà operativo per un paio di mesi con l’installazione del ponte lungo 80 metri e largo 1,20, composto da tiranti di acciaio. La campata sarà visibile solo per un terzo, in quanto il resto sarà coperto dalla vegetazione del bosco, sopra il tratto di torrente a circa 200 metri all’interno del lago di Tenno. Un’opera fortemente voluta dalla Amministrazione Comunale inserita nella riserva locale, per creare un anello attorno al romantico lago percorribile in tutti i periodi dell’anno in completa sicurezza, specie in autunno quando il livello del torrente è più alto.
Sulla realizzazione dell’opera arriva però anche una voce contraria, quella di Guido Omezzolli, che in quella zona ci abita. “Ho saputo che sarà fatto un ponte tibetano – ci scrive il lettore tennese – sul lato nord del Lago di Tenno sul suo affluente rio Sec, con un regime torrentizio che varia continuamente ma direi senza aspetti catastrofici. Anzi, ho visto persone, famiglie, bambini e comitive (e il sottoscritto) divertirsi nell’attraversare i rigagnoli alla ricerca, nell’ampio greto, di sassi colorati e quarzi. Mi chiedo che senso ha andare a intaccare un ambiente con una costruzione che trovo assolutamente superflua. Inoltre la nuova attrazione porterebbe ad un aumento di visitatori. L’Amministrazione comunale, negli anni scorsi, ha constatato un progressivo aumento del flusso di presenze sulle sponde tanto da pensare ad organizzare un numero chiuso d’accesso, ma piuttosto io porrei un divieto alle navigazioni, un obbligo di riportarsi a casa i rifiuti, divieto di campeggio e altro. Puntare, insomma, sulla coscienza individuale per vivere un “turismo ecosostenibile” dove la natura sia rispettata e goduta nella sua bellezza senza il bisogno di altri orpelli o ponti. Ho scelto di vivere nel tennese – conclude Guido Omezzolli – proprio per la presenza del mio amato laghetto di smeraldo e per tutto il suo ambiente montano meno invaso da turisti e tutto ciò che ne consegue. Se non rispettiamo i ritmi e ambienti ecologici nostro ottimo patrimonio, cosa lasceremmo ai nostri figli e cosa venderemo in futuro?”.