Inchiesta Benko, la sindaca di Riva Santi: “Respingo ogni accusa, chiarirò i fatti”
Truffa, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, reati contro la pubblica amministrazione, traffico di influenze illecite, finanziamento illecito ai partiti, corruzione, induzione indebita, rivelazioni di segreti d’ufficio e omissione di atti d’ufficio.
Sono queste le principali accuse della maxi indagine, avviata nel 2019, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Trento, attraverso i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Trento, che ha fatto emergere un intreccio tra imprenditoria e politica. Agli arresti domiciliari sono finiti personaggi noti della politica e dell’imprenditoria del Trentino Alto Adige: 77 persone fisiche, fra cui 11 amministratori pubblici, 20 dirigenti e funzionari di enti locali e società partecipate, membri delle forze dell’ordine, professionisti e imprenditori.
Al vertice di questo gruppo affaristico, stando all’accusa, ci sarebbe Renè Benko, definito “uno dei promotori dell’associazione a delinquere”, rappresentato in Italia dal commercialista altoatesino Heinz Peter Hager. Il gruppo affaristico, sempre secondo l’accusa, sarebbe stato in grado di influenzare e controllare iniziative della pubblica amministrazione, nel settore della speculazione edilizia in Trentino-Alto Adige. L’altra persona che avrebbe avuto un ruolo importante nel sodalizio sarebbe – sempre stando al castello accusatorio – Paolo Signoretti che avrebbe avuto aututonomia nell’attività di infiltrazione del tessuto economico-sociale trentino e altoatesino.
Tra le persone arrestate e finite agli arresti domiciliari figurano la sindaco di Riva, Cristina Santi, e l’ex senatore e sindaco di Dro Vittorio Fravezzi. Sotto la lente degli inquirenti i rapporti dei due politici proprio con Paolo Signoretti in merito alle acquisizioni dell’areale ex Hotel Arco a Mogno e ex Cattoi e area Hotel Lido Palace di Riva del Garda che sarebbero state messe in pratica in spregio della disciplina urbanistica e con la presentazione di pratiche in maniera anomala.
La sindaca Santi, oggi agli arresti domiciliari, per ora resta ancora in carica come primo cittadino della città di Riva. Difesa dagli avvocati di fiducia Nicola Ziglio di Trento e Ilaria Torboli di Riva del Garda, nelle prossime ore sarà ascoltata nell’interrogatorio di garanzia. I suoi legali hanno immediatamente chiesto la revoca dei “domiciliari” al tribunale del Riesame. In giornata è stata diffusa una nota ufficiale: “Il sindaco respinge ogni accusa e sta già raccogliendo documenti a chiarimento dei fatti – spiegano gli avvocati Ziglio e Torboli – I fatti a lei contestati sono risalenti a anni fa e sono relativi a uno solo degli oltre cinquanta capi d’imputazione di questa vicenda. Nega alcun tipo di conoscenza o contatto con la quasi totalità degli altri soggetti coinvolti. Il sindaco non è sospesa dalle sue funzioni e quindi rimane il sindaco di Riva del Garda”.
Ai “domiciliari” anche l’ex senatore e ex sindaco di Dro, Vittorio Fravezzi. Il quale avrebbe avuto contatti con Signoretti sin dal 2020, il quale gli avrebbe stipulato un contratto di collaborazione in una società e il suo ruolo sarebbe stato quello di acquisire informazioni riservate da dipendenti pubblici e “attuare forme di convincimento” durante le approvazioni degli accordi urbanistici per la riqualificazione dell’area ex Cattoi e dell’ex Hotel Arco.
Tra gli indagati anche il sindaco di Arco, Alessandro Betta, e l’ex consigliere provinciale e ex assessore alla sanità Luca Zeni. La Procura contesta la dazione di 46 mila euro che i due esponenti del Partito Democratico Trentino avrebbero concordato con Signoretti per la campagna elettorale.
In questa mega-indagine della Dda di Trento sono finiti anche professionisti, piccoli imprenditori, funzionari pubblici, indagati per episodi marginali rispetto alle contestazioni degli arrestati: Andrea Merler, consigliere comunale a Trento con Fratelli d’Italia e Nicola Giuliano, il presidente dell’Aci Fiorenzo Dalmeri, gli imprenditori Eleuterio Arcese, Lorenzo Zampedri, Giorgio Calzà, Filippo Codroico, Lorenzo Viesi, Vanni Andreatta, Fabrizio Guastamacchia (ache consigliere comunale a Trento), Gianluca Marchesoni, Alessio Ravelli, Gianfranco Borghi, Nicola Zuech direttore tecnico della società Heliopolis, il socio di Signoretti in Heliopolis ed Eletta, Riccardo Ricci, l’ex presidente della Lido Marco Tanas e un altro ex, Delio Picciani, ora ad di Tsm, il presidente della Comunità Alto Garda e Ledro Claudio Mimiola e il segretario della Comunità stessa ed ex sindaco di Nomi Gianfranco Zolin, i funzionari pubblici Piero Ebranati, Tiziana Betta, Marino Matteotti. “Tutti sono stati iscritti a loro tutela dopo l’emissione del decreto di perquisizione che ha interessato i loro domicili o luoghi di lavoro per raccogliere elementi utili alle indagini”, precisano dalla Procura.