Imminente la riaccensione del forno al Cementificio di Sarche
L’imminente riaccensione del forno del cementificio di Sarche, prevista per i primi mesi del 2022, sta rianimando in valle il dibattito sulla compatibilità ecologica dello stabilimento in una realtà valligiana che punta sull’agricoltura biologica e turismo.
Nei mesi di dicembre e gennaio saranno effettuati i tradizionali lavori di manutenzione ordinaria e poi l’impianto ripartirà a pieno regime.
Però i toni si sono notevolmente abbassati, soprattutto da parte del Comitato spontaneo “Salviamo la Valle dei Laghi” costituitosi nell’estate scorsa al primo soffiar di notizie sulla probabile ripresa a ciclo completo dell’attività del cementificio ed in particolare del funzionamento del forno. Si sono inevitabilmente perse per strada, e non poteva essere altrimenti, le proposte che sostenevano una radicale trasformazione dell’opificio in attività economiche meno impattanti rispetto al futuro sviluppo green della valle, come quella abbastanza fantasiosa di “ostello studentesco”.
Per fare il punto della situazione e, soprattutto, per avere più forza nelle richieste di controllo, il Comitato ha indetto una pubblica riunione al teatro parrocchiale di Calavino per sabato 11 dicembre alle ore 17,00.
D’altro canto la realtà pragmatica della situazione era ed è una sola: la Società Cement Group di Heidelberg ha tutte le carte in regola per ripartire, nel senso che l’attività è stata ridotta nel 2015 per una scelta aziendale, attualmente superata, e, soprattutto, per il fatto di essere in possesso dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) con scadenza 2008. Da non sottovalutare poi che alle spalle del complesso industriale c’è la cava di calcare e marna di proprietà e che quello di Sarche è l’unico cementificio a livello regionale per la produzione del prezioso prodotto necessario per la grande opera del tunnel del Brennero.
Non ultimo, un investimento di 5 milioni di Euro, come spiega la Società, in buona parte da utilizzare per una sostanziale riduzione delle emissioni inquinanti e la prospettiva dell’assunzione di una trentina di maestranze.
Giustamente il Comitato intende utilizzare questo momento per una riflessione ad ampio raggio sull’inquinamento industriale in valle e soprattutto pretendere, in questa fase interlocutoria di dialogo anche con la PAT, delle reali garanzie per un drastico abbattimento delle emissioni con un monitoraggio continuo mediante il posizionamento di centraline in diversi punti della valle che forniscano i dati all’Agenzia provinciale per l’ambiente (APPA).