Il Premio Mario Rigoni Stern a Marco Balzano

Sì è conclusa il 16 giugno con la cerimonia di premiazione in un teatro Millepini di Asiago gremito di pubblico, la due giorni finale del Premio Mario Rigoni Stern per la Letteratura Multilingue delle Alpi 2019. Come da tradizione, nell’anno in cui viene conferito in Veneto – il premio ha sede alternativamente in Trentino e in Veneto – propone un intenso cartellone di eventi dapprima a Venezia e quindi nella cittadina dell’Altopiano dei Sette Comuni. Da molti anni il conferimento del Premio è anche occasione per ripercorrere l’opera di Mario Rigoni Stern e allo stesso tempo per lanciare uno sguardo alle Alpi nella loro storia, nel loro presente e nelle prospettive future. A fare da filo conduttore è stato questa volta il tema dei “Boschi di Mario”, come ha spiegato il presidente del premio Sergio Frigo a inizio cerimonia. Questa scelta tematica va chiaramente ascritta all’eccezionale evento meteorologico della Tempesta Vaia che ha segnato profondamente e drammaticamente il territorio alpino tra Veneto e Trentino.
Dopo numerosi interventi e attività è toccato al conferimento dei premi. Sul palco si sono così alternati Marco Balzano – vincitore dell’edizione 2019 – che ha condotto i presenti in una parte di storia dimenticata dell’Italia del Novecento: l’italianizzazione del Sudtirolo, la politica delle opzioni, il tema del confine e dell’identità linguistica, sottolineando anche come ci siano parti di storia del nostro paese che non vengono ancora narrate e affrontate in modo adeguato; Claudio Rigon che con una raffinata indagine fotografica ha ripercorso la nascita, l’ideazione e la realizzazione della straordinaria opera ingegneristica della Strada delle 52 Gallerie sul Pasubio; Irene Borgna che ha raccontato l’incredibile storia di Louis Oreiller; il traduttore Franco Filice e l’editore Roberto Keller che hanno portato i saluti di Sylvie Schenk e ritirato per suo conto il premio.
Accanto ai premiati per i libri sono stati anche insigniti del riconoscimento “Guardiano dell’Arca – Osvaldo Dongilli” per essersi distinti nella salvaguardia e tutela dei valori della montagna Mandra Schennach – titolare di un’azienda agricola all’imbocco della Val Vestino e da sempre impegnata nella gestione di alpeggi tra Lombardia, Trentino e Svizzera – e il malgaro, pittore, poeta e docente di disegno all’Accademia di Belle Arti di Brera Gianluigi Rocca.