Firme per il doppio senso a Varone, risponde Grazioli: “Più della metà sono superflue”
“Sicurezza. Questa la parola d’ordine per via Venezia e via Cartiere”. Inizia così la replica dell’assessore comunale di Riva del Garda referente per la viabilità Luca Grazioli, in una nota pervenuta in redazione in risposta alle contestazioni mosse dal “Gruppo di famiglie Varone” che ha raccolto 1.800 firme per tornare alla vecchia viabilità, ossia il doppio senso di circolazione lungo quell’arteria.
“La storia insegna – scrive l’assessore – che queste dorsali sono sempre state pericolose, e gli incidenti registrati negli anni di fatto lo dimostrano; non solo per diversi restringimenti di carreggiata ma anche per la poca visibilità in alcuni tratti. Negli anni il traffico e la velocità dei flussi viari sono aumentati ed è responsabilità del Comune dare una risposta concreta ed autorevole che vada a preservare i residenti, i pedoni e i ciclisti”.
“Per questo – prosegue Grazioli nella nota – è necessario regolamentare la velocità dei mezzi, ad iniziare dai dossi artificiali”.
Quindi l’assessore comunale specifica che “dal Tavolo tecnico sulla viabilità è uscito forte e chiaro l’indirizzo di puntare sul “senso unico a salire” (est – ovest) perché va a risolvere molte criticità: si utilizza parte della carreggiata a favore di una pista ciclopedonale senza espropriare terreno agricolo, privato o aziendale. Si andrà ad illuminare la parte bassa di via Venezia, oggi completamente al buio, e ci si attiverà con i comuni limitrofi per affrontare le possibili criticità”.
Grazioli punta infine il dito sulle firme raccolte: “È giusto fare chiarezza sulle 1800 firme raccolte dal Partito Democratico a Varone a favore “evidentemente” dell’insicurezza, della pericolosità e dell’indifferenza sul tema, in linea con l’immobilismo dell’ultimo decennio. Molti firmatari non sono di Varone, neppure residenti nel comune di Riva del Garda. Molti di Tenno, Arco, Dro, Nago Torbole, Ronzo Chienis, Fiavè, Pieve di Bono e Mori, fino ad arrivare a Salsomaggiore, passando da Pisa e dalla Svizzera, col risultato che più della metà delle firme raccolte sono “inopportune” per non dire superflue. Nei prossimi giorni concluderemo questo percorso di sperimentazione, condividendo prima alcuni passaggi fondamentali con la Provincia e Trentino Trasporti con l’unico obiettivo comune di garantire sicurezza”.