Ex Macello ed Oratorio di Arco, Ottobre propone “finanza di progetto” per “Casa Caproni”

Nicola Filippi22/08/20243min
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Restaurare, non demolire. E trasformare l’ex macello e l’ex oratorio di Arco in un piccolo museo dedicato a Gianni Caproni, il nostro illustre concittadino, pioniere dell’aviazione mondiale, non è un’idea così balzana. I due edifici, oggi ridotti in condizioni pietose e fatiscenti, tracoma per gli occhi dei residenti e dei turisti, sono la storia della città della Palme. E gli arcensi non vogliono perdere altro patrimonio edilizio storico, come è successo a pochi passi per Villa San Pietro. I commenti sotto la notizia pubblicata da La Busa sono stati piuttosto vivaci. L’interrogazione di Stefano Bresciani (Patt) sull’ex macello, datata 24 luglio, ha tirato per la giacca sia il nuovo presidente di Amsa, Tomaso Ricci, ma soprattutto l’ex deputato Mauro Ottobre. L’ex presidente del Consiglio comunale, prossimo a candidarsi sindaco con l’appoggio di una serie di liste civiche, da sempre attento al recupero degli edifici storici di Arco, spiega a La Busa cosa successe un po’ di tempo fa, parlando di ex oratorio ed ex macello.
“Quattro anni fa – racconta – ho accompagnato un imprenditore in Comune con l’idea di ristrutturare, e non demolire, sia chiaro, l’ex Oratorio e l’ex Macello. Questo imprenditore l’avrebbe fatto completamente a sue spese. La sua idea era creare “Casa Caproni”, un piccolo museo che raccontava la vita del nostro illustre cittadino, considerato anche il grande lascito che la Contessa Mariafede Caproni fece alla Provincia Autonoma di Trento. L’imprenditore presentò una serie di progetti, però credo che non abbia mai ricevuto alcuna risposta e oggi credo non abbia più la volontà di intervenire. Per me, è passato troppo tempo, ma questa è una mia opinione”.
Ottobre, prima di congedarsi, rilancia: “Per dare nuova vita ai due edifici comunali l’amministrazione pubblica deve mettere in campo la finanza di progetto – spiega – La formula del privato che interviene su proprietà pubbliche in accordo con le amministrazioni comunali, in altri comuni è prassi consolidata, da noi applicata solo una volta per il parcheggio sotterraneo al Foro Boario – conclude Mauro Ottobre – Il privato mette i soldi, il Comune realizza l’immobile, lasciandolo in uso per un intervallo di tempo che di solito varia dai 30 anni in su. Questa formula l’avevo proposta anche per altri edifici, ma da consigliere comunale ho sempre ricevuto solo dei No”.

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